Educazione sportiva,
stradale,
alla salute,
alla legalità.
La scuola sovraccarica.

da TuttoscuolaNews N. 279, 12 febbraio 2007

 

Attraversiamo un periodo nel quale le aspettative nei confronti della scuola aumentano. E aumentano le proposte di affidare alla scuola compiti che vanno al di là della sfera puramente istruzionale per investire quella della educazione in senso lato.

Non solo educazione civica, ma educazione alla legalità (contro mafia e camorra, per arrivare al bullismo), alla salute (dall'educazione sessuale a quella alimentare), al codice della strada (con annesse lezioni di guida corretta), e chi più ne ha più ne metta. Fino alla recentissima proposta, nata sull'onda dei gravi fatti accaduti a Catania dopo una partita di calcio, di istituire un'ora (mensile) di "educazione sportiva". Una proposta, avanzata dal CAPDI (Confederazione delle associazioni provinciali dei diplomati Isef e dei laureati in scienze motorie), e presa in considerazione dallo stesso ministro dello sport, Giovanna Melandri.

Non è la prima volta che accade, in Italia e all'estero. E per la verità, a queste fasi di arricchimento (e appesantimento) dei piani di studio seguono spesso richieste di tornare ai compiti essenziali della scuola, ai "basics". Si confrontano qui due concezioni diverse del ruolo della scuola: quello di chi le assegna compiti prioritariamente afferenti alla dimensione degli apprendimenti, disciplinari e interdisciplinari, e quella di chi estende tali compiti all'ambito delle regole di comportamento nei più diversi settori della vita civile.

Forse l'ampliamento delle funzioni educative (in senso lato) della scuola è inevitabile, anche a seguito della crisi del ruolo educativo della famiglia, ma a noi sembra che le istituzioni scolastiche e gli insegnanti dovrebbero essere messi in condizione, prima di tutto, di fare bene il loro mestiere, che è quello di rendere interessante ed efficace l'insegnamento e l'apprendimento, in un contesto di rispetto sociale del loro ruolo. Gli studenti che studiano e imparano bene cose interessanti hanno maggiore rispetto per sè e per gli altri.