Centro Studi  Gilda

 

L’ Assessore all’ Istruzione e formazione della'Emilia Romagna, Paola Manzini,
risponde ad un’intervista sui temi dell’ istruzione.

“Con il Governo abbiamo un obiettivo comune: ridurre le disuguaglianze”

 a cura di Renza Bertuzzi, dal Centro Studi della Gilda del 16 febbraio 2007

 

Obbligo nelle scuole e nelle strutture formative accreditate dal ministero. Istruzione tecnico- professionale e formazione professionale devono continuare a dialogare, considerando che qualifiche, diplomi professionali e Poli sono ambiti disciplinati dalle Regioni. Questo raccordo dovrà impedire conflitti di competenze che nuocerebbero ai fruitori dei percorsi professionalizzanti.

 

1) Assessore Manzini, istruzione obbligatoria impartita per almeno 10 anni. In questi giorni, si stanno completando le iscrizioni, ma l’impressione generale e le voci che arrivano dalle scuole sembrano dare l’idea di poca chiarezza. L’ obbligo si assolverà: nell’Istruzione o anche nella Formazione? E chi deciderà in merito, le Regioni o le scuole autonome?

Le modifiche introdotte di recente dal Governo si pongono all’interno del comune obiettivo della costruzione di un sistema dell’istruzione e formazione in grado di ridurre le disuguaglianze e innalzare la soglia del successo formativo. A fronte delle novità, dovremo aggiornare gli strumenti normativi regionali in nostro possesso, ma già il capo III della Legge regionale 12 del 2003 contiene gli elementi di indirizzo utili a conseguire l’obiettivo di elevamento della qualità nel sistema che, nella nostra Regione, per la tradizione e la pratica sviluppata in questi anni, va inteso come sistema della formazione nella sua accezione più ampia e completa.

Ciò che si delinea da quanto proposto a livello nazionale, è una offerta di istruzione tecnico-professionale unitaria e quinquennale.

Compito della Regione sarà promuovere modalità e dispositivi che consentano al sistema dell’istruzione tecnico-professionale e al sistema della istruzione e della formazione professionale di continuare a dialogare, utilizzando le risorse e le esperienze di tutti i soggetti che fino ad oggi hanno contribuito ad agevolare le persone nel raggiungimento di conoscenze e competenze spendibili per un ruolo attivo nella società.

Occorre ripensare la flessibilità alla luce delle recenti normative, in particolare negli ambiti disciplinati dalla Regione, che sono la costruzione della qualifica triennale, del diploma professionale e dei poli formativi.

Per quanto riguarda l’obbligo di istruzione, sulla base di quanto disposto dal comma 622 della Finanziaria, deve essere consentita ai ragazzi l’acquisizione delle competenze previste dai curricula relativi ai primi due anni degli istituti secondari superiori nelle scuole e nelle strutture formative accreditate dal Ministero.

E’ su queste premesse che le Regioni potranno esercitare pienamente le proprie competenze, coinvolgendo e valorizzando tutte le risorse, le buone prassi e le professionalità che rappresentano una ricchezza del nostro territorio.

 

2) Cosa sta predisponendo la Regione Emilia Romagna, rispetto a questo grande obiettivo?

La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito dell’azione congiunta delle Regioni per l’attuazione del titolo V della Costituzione con particolare riferimento al tema della competenza concorrente in materia di istruzione, intende costruire un sistema di offerta formativa per i ragazzi e le ragazze dai 14 ai 18 anni che ampli le opportunità di formazione per tutti, assicuri la coerenza – all’interno del secondo ciclo - fra il sistema dell’istruzione secondaria superiore ed il sistema dell’istruzione e della formazione professionale, garantendo la fluidità dei passaggi da un sistema all’altro, scelte consapevoli, opportunità di sviluppo dei saperi e delle competenze, per giovani e adulti.

 

3) Riordino dell’ Istruzione tecnico-professionale: è vero che è già al lavoro una commissione che dovrà studiare i nuovi Poli?

La Regione ha già avviato propri approfondimenti sul tema dei poli e ritiene di potere predisporre entro l’anno la propria proposta che terrà conto della valenza innovativa che viene loro attribuita, riorganizzando in un’ottica di stabilità e sviluppo verticale ed orizzontale, l’offerta di percorsi di istruzione e formazione tecnico superiore, presente in questa Regione da nove anni.

 

4) Istruzione professionale e Formazione professionale: il DDL del governo delibera di accordarle. Ma la seconda appartiene alla legislazione esclusiva delle Regioni. Non c’è il rischio di un conflitto di competenze tra i due percorsi professionalizzanti?

La previsione di raccordare le due offerte sta in primo luogo nella volontà di non creare conflitti di competenza che nuocerebbero solo ai fruitori dell’offerta professionalizzante. In secondo luogo, per quanto riguarda gli istituti professionali, mancano ancora le indicazioni curriculari nazionali, e per il momento sappiamo solo che non attribuiranno più la qualifica al terzo anno, riconoscendo pienamente che la competenza per il rilascio di qualifiche e diplomi professionali è delle Regioni.