Elementari e superiori in pole position per l'esodo.

Pensioni, la fuga dei 50 mila.

Sottostimate di 20 mila unità le uscite del 2007.

 da Italia Oggi del 6/2/2007

 

Si sta trasformando in un fiume in piena la corsa del personale della scuola verso l'accesso alla pensione sia di vecchiaia che di anzianità. Dal 1° settembre 2007 potrebbero cessare dal servizio, esclusivamente per raggiunti limiti di età, per compiuto quarantennio di servizio e, soprattutto, per dimissioni volontarie, circa 48.500 fra docenti, personale ata e dirigenti scolastici. È quanto si intuisce da un'indagine condotta nei giorni scorsi da Azienda Scuola, supplemento del martedì di ItaliaOggi, su un campione di province rappresentative di tutto il territorio nazionale. Se i dati rilevati nelle province della rilevazione, scelte per l'affidalità riscontrata negli anni passati rispetto al dato finale nazionale (Parma, Ravenna, Salerno, Enna, Trieste, la Spezia, Grosseto), dovessero trovare riscontro, dal prossimo 1° settembre dovrebbero cessare dal servizio 39 mila docenti e 8.500 amministrativi, tecnici e ausiliari con un aumento in rapporto al 2006 rispettivamente del 39% e del 13%. I dirigenti scolastici che dovrebbero cessare dal servizio potrebbero essere intorno a mille, a fronte dei 773 cessati nel 2006. Il dato relativo ai dirigenti scolastici è tuttavia suscettibile di variazione, tenuto conto della circostanza che per accedere al trattamento pensionistico anticipato di anzianità hanno tempo fino a maggio per chiedere la risoluzione volontaria del rapporto di lavoro. Se alle predette cessazioni dal servizio si sommano anche quelle per altre cause (dispensa per motivi di salute o di inidoneità, licenziamento, destituzione o per incompatibilità), il personale della scuola con contratto a tempo indeterminato di età compresa tra i 57 e i 65 anni che starebbe per lasciare il servizio potrebbe aggirarsi, quindi, intorno a 51 mila, una cifra che sarebbe superiore addirittura a quella registrata nel lontano 1997, anno nel corso del quale i pensionamenti furono circa 50 mila ma per effetto del blocco imposto dal governo nel 1996. Siamo molto lontani dunque dalle stime ministeriali, che parlano di una cessazione dal servizio complessiva per il prossimo anno di circa 30 mila unità.


Analisi dei dati delle province

Dall'esame dei dati riportati, si nota immediatamente che sarebbero soprattutto gli insegnanti della scuola dell'infanzia e i docenti della scuola secondaria di secondo grado quelli che in misura maggiore avrebbero chiesto di andare in pensione, seguiti a distanza dagli insegnanti della scuola primaria e da quelli della scuola media. Nei limiti fisiologici sarebbero invece le cessazioni dal servizio del personale amministrativo, tecnico e ausiliario.

Altri due elementi meritano attenzione: l'aumento della forbice tra le cessazioni dal servizio per raggiunti limiti di età e quelle per dimissioni volontarie e un notevole aumento dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado che hanno chiesto la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time unitamente al trattamento pensionistico di anzianità.


Esodo, cui prodest?

Quello che si prefigura è un esodo annunciato a causa delle troppe voci che sono state fatte circolare nei mesi scorsi e, soprattutto, nelle settimane che hanno preceduto la data del 10 gennaio 2007, termine ultimo per presentare la domanda di cessazione dal servizio: dall'innalzamento dell'età pensionabile alla revisione al ribasso dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo; dalla ipotesi di aumentare l'età pensionabile delle donne equiparandola a quella degli uomini (ipotesi devastante per il personale della scuola costituito per oltre l'80% da donne), alla prospettiva di lasciare inalterato lo scalone previsto dal 2008 dalla legge Maroni. Notizie dall'impatto terroristico a cui inutilmente il ministro del lavoro, Cesare Damiano, ha cercato di porre rimedio. Se le proiezioni elaborate da Azienda Scuola dovessero, come molti elementi lasciano supporre, trovare conferma a livello nazionale, a soffrirne le conseguenze non potrebbe che essere in primis la scuola pubblica che si vedrebbe costretta a fare a meno della notevole esperienza acquisita da migliaia di docenti in 30/35 anni di servizio. Non meno pesanti sarebbero gli effetti sul bilancio dell'istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica che dovrebbe liquidare 51 mila pensioni, quasi tutte con il sistema di calcolo retributivo, e altrettante indennità di buonuscita. L'esodo potrà, viceversa, tornare certamente utile ai bilanci del ministero della pubblica istruzione e a quelli del ministero dell'economia e delle finanze che, limitatamente all'anno scolastico 2007/2008, dovrebbero liquidare una massa stipendiale minore rispetto a quella che sarà stata liquidata al personale di ruolo nell'anno scolastico 2006/2007.


i sicuri guadagni del tesoro

Come si rileva dai dati riportati nella tabella, il costo annuo lordo stato per l'anno scolastico 2007/2008 potrebbe ammontare a 11.782.555 euro a fronte dei 16.942.545 euro relativi all'anno scolastico 2006/2007. Una minore spesa che deriva dalla circostanza che al personale che sarà chiamato a coprire i posti lasciati vacanti da quanti andranno in pensione verrà corrisposto solo lo stipendio iniziale del ruolo e della qualifica di appartenenza: stipendio di gran lunga inferiore a quello corrisposto al personale con contratto a tempo indeterminato in godimento, al momento della cessazione dal servizio, dell'ultima o penultima posizione stipendiale. L'elevato numero del personale, soprattutto docente, che cesserà dal servizio dovrebbe, invece, fornire maggiore credibilità e forza, sia ai sindacati che alle migliaia di precari, nel chiedere al ministro della pubblica istruzione e a quello dell'economia e delle finanze che per l'anno scolastico 2007/2008 venga autorizzata la stipula di contratti a tempo indeterminato in numero maggiore rispetto a quanto previsto dalla legge finanziaria 2007.