Bullismo e "bambinate".

da Tuttoscuola, 22/2/2007

 

L’amplificazione mediatica che sta investendo il mondo della scuola rende ogni giorno più difficile distinguere gli episodi di autentico bullismo da quelli, molto diffusi nelle scuole di oggi e di ieri, ascrivibili a vivacità, intemperanza, piccole prepotenze, che gli insegnanti hanno sempre cercato di controllare con un approccio educativo, con il dialogo e l’avvertimento (le tradizionali "note" sul diario), i rimproveri, i compiti supplementari e così via. La recente direttiva del ministro Fioroni, reperibile nel sito del MPI www.pubblica.istruzione.it, si sforza di definire meglio il fenomeno, ma spesso è oggettivamente difficile stabilire il confine tra bullismo e non.

Un deputato della Lega Nord, Angelo Alessandri, ha per esempio rivolto al ministro Fioroni un’interrogazione sulla vicenda di un allievo marocchino di Novellara (Reggio Emilia), dell’età di 11 anni, che ha minacciato di tagliare lo zainetto ad una sua compagna di classe della stessa nazionalità "perché si veste troppo da occidentale". Secondo il deputato interrogante il dirigente scolastico avrebbe deciso di non adottare provvedimenti disciplinari, preferendo incontrare i due allievi e i loro genitori per ridimensionare l’episodio ("una bambinata") e trovare un accordo.

Ma Alessandri non è d’accordo, e chiede al ministro "se non ritenga di mettere in atto tutte le azioni possibili, richiamando anche l’attenzione del Tribunale dei Minori e degli assistenti sociali, per capire quanto il ruolo della famiglia possa aver acuito l’intolleranza del bambino nei confronti della compagna di classe", e "se intenda mandare un segnale 'chiaro', in riferimento a questi atti di intolleranza, rivolto sia a chi li commette sia a chi, a livello istituzionale-scolastico, dovrebbe prevenirli e punirli, invece che superficialmente declassarli ad una 'bambinata'".

Forse si sta perdendo il senso della misura...