Aspettando il Ministro: da ScuolaOggi dell'1/2/2007.
Il ministro Giuseppe Fioroni è in arrivo a Milano dove incontrerà una serie di interlocutori qualificati con cui discutere dove sta andando la sua iniziativa di governo. Sarà un passaggio delicatissimo, perchè Milano da sempre rappresenta il punto di riferimento più avanzato del dibattito sulla questione scuola. Lo sa bene Letizia Moratti (se lo ricorda l'attuale sindaco della città?) che proprio nel capoluogo lombardo ha visto nascere e crescere un movimento di opposizione che, a partire dalla questione del tempo pieno, ha poi messo in crisi tutta l'attuazione della sua riforma. Fioroni è ora chiamato a render conto se si è cambiato strada oppure no. Ed è inevitabile anche questa volta ripartire dal tempo pieno. Prima domanda: ci saranno le risorse per rispondere alle famiglie che ne hanno fatto domanda? L'interrogativo è d'obbligo, soprattutto se si tien conto del tagli agli organici previsti dalla Finanziaria. Che non sia questa la scusa per dire di no per il terzo anno consecutivo agli organici di un tempo pieno per cui le compresenze sono un elemento di qualità fondamentale. Le risorse potrebbero comunque essere reperite magari riducendo gli sprechi: gli organici dei moduli tollerati nelle scuole dove le lezioni si esauriscono al mattino, ad esempio, oppure nelle medie dove ci sono insegnanti impiegati per 9-10 ore la settimana invece che 18. Si tratta di migliaia di posti inutili che la stessa Moratti ha tollerato mentre tagliava migliaia di posti necessari. Che farà, allora, Fioroni? Seconda domanda, sugli organici dell'amministrazione scolastica. Uffici scolastici regionali e provinciali delle grandi e piccole città del Nord hanno risorse di personale ridotte al lumicino, e intanto negli uffici di altre realtà nazionali c'è gente che non riesce a trovare una stanza per metterci la scrivania. Frutto di una politica clientelare di tipico stampo democristiano che ha consentito un esodo di persone dal Nord al Sud e che ha creato sperequazioni intollerabili. E allora, come pensa Fioroni di rimediare a questa situazione? La terza domanda riguarda gli alunni stranieri. Una questione che nella sua recente lettera alla scuola italiana Fioroni ammette essere una grande emergenza. Le attuali risorse per affrontare il problema sono ridicole. Gli insegnanti sono costretti ogni giorno a fare i salti mortali per accogliere dignitosamente nuovi iscritti (anche in corso d'anno) a cui bisogna dare almeno la possibilità di capire la nostra lingua per potersi inserire nel lavoro di classe. Altrimenti si creano stati di tensione che si traducono di fatto in fenomeni di discriminazione tra scuola e scuola. Che farà Fioroni per evitare la formazione di scuole ghetto che sono queste sì, nel sistema di scuole statali, le più attuali e sottili forme di razzismo?
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