Sonni, pennichelle e letarghi.

Renato Lo Schiavo da DocentINclasse, 15/12/2007

 

Credevo di essermi concesso una banale pennichella ed invece la dormita deve essere stata ben più lunga. Il brutto è che mentre dormivo deve essere successo qualcosa di molto grave, se una semplice sintesi di un quaderno per giunta bianco ha provocato un putiferio di interventi quale non si vedeva da un bel po'. Il collega Bingo ha letto fra quelle pagine bianche che dal 2008 l'INVALSI provvederà a rendere esecutive le minacce che la burocrazia magistralministeriale (che splendida fusione tra magis e minis, lampante dimostrazione che l'annullamento della materia - grigia - è un traguardo che la fisica non deve più sognare!) da tempo aveva pubblicato nelle sedi all'uopo deputate. Francamente non ho capito se lo stupore riguardi le minacce, la loro attuazione o la prontezza della loro attuazione, giacché solo quest'ultima potrebbe vantare qualche titolo di novità.

Ciò che ho capito è che tanti animi sono turbati dall'idea della valutazione, perché giustamente hanno timore del complemento oggetto: cosa dovranno valutare i test e le teste dell'INVALSI? La qualità degli istituti e degli insegnanti? Il profitto degli studenti? I loro progressi postdebacle? I progressi degli insegnanti che hanno sabotato il successo formativo degli alunni? La persona degli insegnanti, che non sono tutti benigni (con la minuscola)?

Altro elemento che pare sconcertare i poveretti è la traducibilità. Traducibilità, sì, nel senso che progressi e mancati progressi si tradurranno in benefici economici e di carriera. Condivido lo sconcerto: dovessero 'promuovermi' alla dirigenza preferirei spararmi.
E ancora: una parte non lieve del dibattito riguarda il dove, il quando ed il come del crollo: al nord si chiamano fuori, alle elementari si recepisce assoluzione se non lode, i docenti maschi si chiedono quanti fossero i Mohicani, i geologi rifiutano le perizie al sud perché sprofonda più velocemente dei tempi di liquidazione delle parcelle da parte degli enti pubblici, gli istituti tecnici e professionali comunicano via sonar, le famiglie protestano che l'unica accezione di 'background' da loro vissuta è 'col culo in terra', i poliziotti hanno scoperto di essere caduti veramente in basso, se adesso se la giocano quasi alla pari con gli insegnanti, gli alunni vogliono sapere se almeno tonsille ed adenoidi possono operarle...

Dal canto mio, attesi gli ultimi casi di babyvandalismoscolastico ed i ripetuti inviti pedagogici a favorire il 'benessere' dei cari pargoletti, un rovello mi macera la mente: si riusciranno mai a trovare gli oceani di soldi necessari per costruire le scuole necessarie a fornire alle minigang l'adeguato supporto per i loro simpatici giochi ammazzanoia? La matematica non è un'opinione: bastano quattro alunni per demolire una scuola ed un professore per sfracellare venticinque studenti. La risoluzione del problema richiede l'applicazione di una equazione differenziale, ma fortunatamente essa è al di fuori della portata dei nostri quindicenni ed il proporzionale di cui attualmente si occupano i politici è ancora tutto da definire, ma non riguarda comunque gli stupendi dei docenti. I genitori separati c'entrano sempre ed Internet, quanto a fratture, fa la gioia degli ortopedici a pagamento. Tutti abbiamo ragione e altrettanti siamo in torto, il letargo deve avermi stravolto la mente, com
e tutti i sonni d'ascendenza goyana che si rispettino.