Gli esami di riparazione
senza fondi per i docenti.

Marco Buffi, la Repubblica del 16/12/2007

 

Ho sempre pensato che Nanni Moretti quando affermava “continuiamo a farci del male” si riferisse anche alla scuola.

Istituiamo di nuovo gli esami di riparazione, aveva detto il ministro Fioroni, ma questa volta non saranno le famiglie a dover pagare (care) le lezioni di recupero dei loro figli svogliati o incapaci, ci penserà la scuola a istituire corsi ben retribuiti (50 euro l’ora, mentre generalmente le attività aggiuntive negli istituti ricevono compensi di 10 euro netti), nei mesi di febbraio (il pomeriggio) e in agosto e settembre.

Sono insegnante in un istituto professionale della provincia di Pesaro, e dopo i consigli di classe e i collegi docenti per spiegare i tanti articoli relativi all’Ordinanza ministeriale che reintroduce gli esami a settembre, le richieste di disponibilità dei docenti (anche gli insegnanti di educazione fisica hanno aderito vista la prospettiva dei 50 euro lordi l’ora), oggi finalmente abbiamo saputo di quanti fondi potrà disporre la nostra scuola (sei classi): 1850 euro che divisi per 50 lordi (il compenso orario) fanno 37 ore.

Considerando che sono richieste per ogni corso almeno 15 ore (come specifica l’Ordinanza ministeriale), si potranno istituire addirittura due corsi e mezzo. Naturalmente niente a febbraio, tutti alla sessione estiva. Se fino a ieri si scommetteva su chi sarebbe stato più severo già il primo quadrimestre per intascare qualche centinaio di euro, oggi ci siamo guardati più mestamente e abbiamo capito che a giugno si dovrà giocare ai dadi la sospensione del giudizio per qualche studente.