Tornano i voucher. Da sinistra.

da Tuttoscuola, 6/4/2007

 

I "voucher" (buoni) per la scuola li aveva inventati alcuni decenni fa l’economista americano Milton Friedman, teorico del liberismo integrale, in polemica con i sostenitori dell’ampliamento della scuola pubblica, che a suo giudizio avrebbe portato solo al rafforzamento degli apparati burocratici e all’abbassamento della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Per molto tempo i fautori del buono scuola, negli USA come in Europa, sono stati, o comunque sono stati considerati, conservatori sul piano politico, liberisti più o meno selvaggi, perfino "classisti", perché sospettati di voler destinare i buoni a costose scuole private d’élite.

Ma ora la situazione sembra cambiare, come informa Massimo Gaggi in una sua corrispondenza dagli Stati Uniti, pubblicata sul "Corriere della Sera" del 30 marzo 2007. Il "buono", che in alcuni Stati può essere dato alle famiglie in alternativa all’iscrizione gratuita dei figli a una scuola pubblica, sta diventando nelle situazioni di degrado socio-ambientale l’unica risorsa a disposizione dei ceti più emarginati per uscire dal circuito perverso di pessime scuole pubbliche che non offrendo ai giovani una scuola di qualità negano loro anche le opportunità di riscatto economico e sociale che sarebbero legate a un buon livello di istruzione.

In certi casi si giunge negli USA a sopprimere le scuole che dopo un certo numero di anni non riescono a migliorare i livelli di apprendimento degli allievi riconvertendo la spesa in buoni studio a disposizione delle famiglie, che possono così scegliere una scuola migliore, ovviamente anche privata. Questa possibilità è contemplata in un passaggio della legge "No Child Left Behind", introdotta negli USA nel 2001 con voto bipartisan. Una delle condizioni poste dai democratici, guidati da Ted Kennedy, per approvare la legge proposta dal neoeletto presidente Bush fu proprio la metamorfosi del "voucher": da una sorta di regalia per ceti già privilegiati ad opportunità per gli emarginati.