Il piano di revisione delle Indicazioni che sarà presentato oggi dal ministro Fioroni.

In soffitta i programmi nazionali.

Da settembre elementari e medie sperimentano il curricula

 da Italia Oggi del 3/4/2007

 

I programmi, dalla storia alla matematica, dall'italiano alle scienze, verranno decisi a breve, dopo le consultazioni con le varie associazioni di settore. Saranno pronti probabilmente entro il 20 maggio e saranno sperimentati già dal prossimo settembre. Ma, in fondo, non saranno più così decisivi. Perché programmi precettivi da parte dello stato alle scuole dell'infanzia, delle elementari e delle medie non ne arriveranno più. È questa la vera riforma Fioroni, che il ministro della pubblica istruzione aveva anticipato nella lettera inviata agli editori qualche mese fa, quando chiedeva che i libri, del primo ciclo scolastico, per il prossimo anno fossero meno ligi al rispetto degli adempimenti e delle prescrizioni morattiane. Come spiega il documento base sulle nuove indicazioni nazionali, che sarà presentato oggi dal ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, e che ItaliaOggi è in grado di anticipare, saranno le scuole a doversi fare i propri programmi, a immagine e somiglianza del territorio in cui sono collocate, delle esigenze degli studenti, delle necessità sociali.

Il documento è il testo a partire dal quale domani saranno avviate le consultazioni con le componenti della scuola ed è un inno alla scuola come laboratorio di ricerca e di sperimentazione. I programmi nazionali saranno infatti semplici cornici, entro le quali ogni istituto sperimenterà il proprio curricula. Nessun autoritarismo, nessuna decisione calata dall'alto, e, dunque, nessuna certezza per gli insegnanti che dal prossimo settembre dovranno fare i conti con gli studenti del primo ciclo. Le indicazioni dal centro arriveranno, a garantire l'uniformità di apprendimenti base e l'unitarietà del sistema nazionale. Spetterà poi a ogni istituzione scolastica precisare gli obiettivi da raggiungere, integrare la gamma degli insegnamenti , anche alla luce delle professionalità presenti e degli interessi dei giovani. Con un occhio alle risorse finanziarie. Per dire, se c'è un ottimo team di storia contemporanea, i docenti in questione possono essere utilizzati al meglio per personalizzare il programma. Insomma, ogni scuola si farà il proprio curricula, un'espansione di quel piano dell'offerta formativa che da anni esiste già. Il documento base, messo a punto da una commissione di esperti, punta a valorizzare e responsabilizzare gli insegnanti, in primo luogo. La parola d'ordine è concorrere alla formazione di una coscienza civica dei giovani, funzionale alla costruzione di un cittadino responsabile, imperativo che ha preso il posto dei famosi 'saper leggere, scrivere e far di conto'. In merito alle competenze essenziali, dalla scuola ci si aspetta che promuova il saper imparare e apprendere, piuttosto che trasmetta conoscenze mnemoniche. Sarà la comunità dei docenti a dover organizzare gli ambiti degli insegnamenti, individuando le soluzioni che siano più efficaci, alla luce dei problemi e delle risorse disponibili. Con un'avvertenza, dicono gli esperti: evitare la frammentazione delle attività scolastiche in una miriade di mini discipline e mini corsi. Dispersivi e poco fruttuosi. Si fa troppo e male.