Imparar mangiando.

Gigi Monello Scepsi & Mattana editore, 26/5/2007

 

Uno stimato docente universitario confessa in pubblico di aver fatto lezione in questa specialissima, eterea condizione: lui parlava, una studentessa, lì di fronte, consumava un congruo pane imbottito. Segno dei tempi. Masticava, sì, ma "attenta". Il docente lascia fare. Ennesimo cedimento. Pur se condotto sul filo dell'ironia, il racconto dà da pensare. E non esattamente bene. No, proprio non tira buona aria, se - addirittura in un'aula universitaria - si è arrivati a tanto. E se la studentessa - sempre attenta - avesse stappato una birra e tirato qualche sorsata? Si può negare a chi ha appena finito di deglutire pane e salame - e ancora gode dell'onesto amalgama -, il contrappunto pungente che solo un buon sorso di birra fresca, può dare? Certo che no. A patto che non stacchi gli occhi dal Pedagogo di turno. Ovviamente. Poniamo, ora, che, in quel luogo, non 1, ma 8 su 20 avessero usato della franchigia masticandi. Tutti, però, impeccabilmente attenti. Quale argomento per dire, "No, è troppo. Così non va"? Imbarazzante.

Ovvio che, se una squisitezza di tal genere è possibile in un'aula universitaria, a maggior ragione lo sarà in un liceo.

Forse il male che sta travolgendo la Scuola sta proprio in questa gigantesca, incontenibile, stupefacente confusione, che essa ha accettato di accogliere dentro di sé; e nel restargli imbelli di fronte, timorosi di passare per retrogradi. Sarò gretto e schietto: la si può rigirare come si vuole, ma nella storia della studentessa masticante c'è una sola verità, chiara come il sole: la signorina confondeva le cose. Semplicemente. Metteva stomaco e cervello, visceri e mente, sullo stesso piano. Tutto qua. Inutile arzigogolare.

Direi che, così facendo, la Scuola fa esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare: creare spessore, distacco temporaneo dal mondo degli impulsi più ordinari; indurre a pensare, a ironizzare intorno alla nostra insopprimibile animalità. E invece, no. Tutto l'opposto. La logica dell'emporio tuttofare ha vinto. Puoi trovarci e farci ciò che vuoi: ti annoia la Fisica? Non ci pensare, nell'aula accanto fanno "Laboratorio teatrale"; non stravedi per le Scienze? Poco male, puoi sempre andare a raccontare dei tuoi sfortunati flirts alla Psicologa. La palpebra si appesantisce con quello di Filosofia? Niente paura, puoi sempre tirare fuori uno sfilatino.

Dove e come terminerà questa selvaggia deriva, nessuno può dirlo. Ma prepariamoci. Domani, forse, faremo lezione con un "lui" e una "lei" modestamente strofinanti e bacianti. Ma sempre attenti. Si capisce.