Qual è l'innovazione scientifica
di cui ha più bisogno l'Umanità?

da TuttoscuolaNews N. 290, 30 aprile 2007

 

Alla domanda dovevano rispondere gli studenti che hanno partecipato a un concorso per la diffusione della cultura scientifica, indetto dal Ministero dell'Università e della Ricerca. Al concorso hanno partecipato studenti di oltre 120 scuole di tutta Italia, e gli autori dei venti elaborati multimediali giudicati migliori sono stati premiati la scorsa settimana dal ministro Mussi a Roma.

Tra molte idee e proposte di buon senso, ma non particolarmente originali, ne spicca una che si colloca a metà strada tra il sogno progettuale e le più avanzate ricerche nel campo delle scienze cognitive, così formulata: "Il trasferimento di dati direttamente al cervello, per imparare più velocemente, trascorrere quindi meno anni sui banchi di scuola e dell'Università, avere più anni a disposizione per produrre, e... avere anche da giovani più libertà dalla scuola e dai compiti".

Ciò che colpisce in questa fantasticheria giovanile del XXI secolo è il desiderio di avere più libertà "dalla scuola e dai compiti" (un desiderio di molti studenti di tutti i tempi) ma anche, nello stesso tempo, di "imparare più velocemente" con l'aiuto delle tecnologie più avanzate.

A parte le difficoltà tecniche e le implicazioni etiche di una prospettiva di questo genere, va sottolineata l'ampia disponibilità dei giovani (emersa anche in altre proposte) verso le scienze e la conoscenza scientifica, purché non collegata all'impegno, alla fatica individuale dell'apprendere studiando. Le nuove frontiere dell'apprendimento scolastico sembrano sempre più legate agli sviluppi dell'apprendimento cooperativo, on line, multimediale e comunque, in qualche modo, poco faticoso e "divertente" (si parla sempre di più di "Edutainment", sintesi di Education e Entertainment). Ma speriamo che non venga mai il tempo in cui l'insegnante di inglese o di matematica possa essere sostituito da un chip impiantato "direttamente nel cervello".