Organici: cambiare le norme.

di Pippo Frisone, da ScuolaOggi del 18/4/2007

 

La Lombardia assieme ad altre regioni hanno proclamato lo stato di agitazione del personale della scuola, contro i tagli agli organici. Emilia Romagna e Umbria sullo stesso tema il 16 maggio sono scese addirittura in sciopero. Il disagio nelle regioni del Nord d’Italia è molto alto. Non si capisce più per quale motivo, in presenza di un forte aumento della popolazione scolastica bisogna continuare, per il quinto anno consecutivo, a tagliare le classi e gli organici.

Prendiamo il caso della Lombardia e della secondaria superiore.

Per il 2007/08 si prepara il taglio più consistente degli ultimi anni. Quasi 1.300 posti in meno sul 2006/07 con 3.700 studenti in più! Le classi richieste dalle scuole erano state 404 ; quelle autorizzate dagli USP appena 42!

A giustificare i tagli il Ministero e la Direzione Regionale prendono a pretesto l’innalzamento della media alunni/classi, da 20,6 a 21 ( +0,4 ) deciso con la legge finanziaria ‘07.

Ma la Lombardia già col 2006/07 si attestava nella secondaria superiore abbondantemente al disopra del nuovo traguardo nazionale, raggiungendo la media di 22,43!

Il perché di tale accanimento risulta inspiegabile all’interno di quelle stesse logiche che presiedono alla determinazione degli organici .

Crediamo che sia giunto il momento di mettere in soffitta quelle norme che potevano andar bene in momenti di forte calo demografico e di razionalizzazione, legati alle fasi di dimensionamento delle unità scolastiche. Eliminata la dotazione organica aggiuntiva (ex D.O.A.) che dall’82 agli anni novanta, costituiva col suo 5%, un bacino considerevole di posti aggiuntivi anche sull’organico di diritto, sui quali si effettuavano sì le immissioni in ruolo e la mobilità ma anche la copertura delle supplenze annuali , dando un forte impulso ai progetti sul disagio e la dispersione, sugli stranieri e sulle cosiddette nuove figure professionali.

Prima ridotta e poi completamente eliminata, la D.O.A. venne sostituita da uno striminzito organico funzionale che ebbe qualche rilievo soprattutto nella primaria.

Qualche posto in più, mai generalizzato, per attività mirate , di progetto e lingua straniera quand’era sperimentale. Ma anche questa cuccagna, si fa per dire, introdotta all’epoca di Berlinguer, pian piano venne fatta sparire in tutti gli ordini e gradi di scuola. Oggi c’è solo l’organico di diritto e chi non rientra al suo interno, è considerato in esubero. Poi nel 2003 arrivò la saturazione forzata a 18 ore delle cattedre della secondaria!

Nulla rimase di intentato sulla “spremitura degli organici”. Adesso però si sta passando il segno! Le vecchie norme si sono rivelate non solo contraddittorie ma perfino dannose e pregiudizievoli del diritto allo studio degli studenti. E’ giunto il momento di cambiarle.

Basta coi contingenti e coi tetti regionali agli organici decisi dall’alto dal Ministero .
Fissate su base nazionale le regole per formare le classi e mantenuta la competenza ad autorizzarle da parte degli Uffici Scolastici, dopo un accurato controllo, gli organici devono essere determinati sulla base di tale fabbisogno , senza più tetti preventivi o successivi.

Occorre andare oltre i limiti della Legge 448/01, autorizzando in adeguamento tutto il fabbisogno di organico e fissando le nuove regole già con l’anno successivo!

Altrimenti verrà a ripetersi ancora una volta la beffa, emblematica nelle superiori, che per rispettare i tetti e i tagli, l’Amministrazione è costretta a far sparire i posti in organico di diritto per poi ricostituirli in adeguamento, perpetuando così un precariato sempre più endemico che insegue il miraggio d’una immissione in ruolo che si allontana sempre più .