Quantità e Qualità: un parere "autorevole".
Paolo Mazzocchini da
DocentINclasse, domenica 26
agosto 2007
Erasmo da Rotterdam, De pueris statim et
liberaliter instituendis (= Per una precoce e libera educazione dei
ragazzi), Bur-Rizzoli, Milano 2004, p. 155:
Qualcuno dirà: «E che fare di quegli alunni che senza botte non si
possono costringere a studiare?». Rispondo semplicemente: e che
faresti agli asini e ai buoi se venissero a scuola? Non li scacceresti
in campagna e agli uni faresti girare la macina, agli altri tirare
l’aratro? Ci sono infatti uomini nati per il mulino o l’aratro non
meno di asini e buoi. «Così però la classe si assottiglia e con essa
anche il guadagno!» E allora? Bel guaio. Ecco la causa dei piagnistei.
Meglio il guadagno, per quei maestri, che il profitto degli allievi.
Ma i più dei maestri sono fatti così. Lo ammetto [...] è molto più
facile descrivere come debba essere idealmente il maestro che trovarne
molti che corrispondano al modello. (trad. di L. D’Ascia, con
ritocchi)
Davvero inattuale e al tempo stesso attualissima questa riflessione
del grande umanista Erasmo: inattuale per la sua spregiudicata ma sana
concezione elitaria e selettiva dell’educazione e dell’insegnamento,
oggi guardata con orrore da politici, ministri, ispettori, dirigenti e
anche da una parte, non proprio esigua, di insegnanti e genitori;
attualissima per il conflitto che si propone tra la retta idea
d’educazione (il profitto e la crescita degli allievi capaci e
meritevoli) e la distorta sete e fame di iscritti e diplomati che
affligge specialmente i dirigenti (ma non solo) della nuova scuola
dell’autonomia spingendoli a scelte strategiche non di rado in
conflitto con il lavoro degli insegnanti più seri (ma di questo parlo
più estesamente nel capitolo: What headmasters want del mio libro
Studenti nel paese dei balocchi ).
Non si può ignorare insomma, neanche nell’attuale scuola superiore di
massa, che l’ossessione della quantità (degli iscritti e dei promossi)
va inevitabilmente a discapito della qualità, culturale e formativa,
della scuola stessa, a meno che non si intenda per scuola superiore
qualcosa di diverso dalla sua normale accezione: parcheggio,
intrattenimento o assistenza sociale.