Puntiamo a 9.800 cattedre in meno.
Saremmo sotto di 1.800 rispetto all'obiettivo.
Ma di più non si può fare.

La Bastico: dal territorio proposte irresponsabili.

 da ItaliaOggi del 7/8/2007

 

«Proposte irresponsabili. Irricevibili». Mariangela Bastico, viceministro della pubblica istruzione, ha un diavolo per capello. Sta conducendo la delicata partita dei tagli agli organici sul territorio. Da un lato ha il ministero dell'economia, che fa pressioni perché siano centrati i risparmi di spesa previsti dalla Finanziaria 2007, dall'altro i sindacati e i precari, che protestano contro una riduzione delle cattedre ritenuta la più dura degli ultimi anni. «Dalle regioni ci sono arrivati piani di assunzioni completamente fuori budget, che, senza il nostro stop, avrebbero prodotto un aumento ingiustificato di cattedre e di spesa».


Domanda. Avete o non avete detto ai direttori regionali di tagliare ulteriori 1.800 cattedre rispetto a quanto già pianificato in questi mesi?

Risposta. Su questa vicenda dei tagli si è alzato un gran polverone. E non si può spiegare se non si mettono in chiaro i termini della questione.


D. Appunto, tagliate o meno 1.800 posti?

R. Che si debbano ridurre le cattedre rispetto allo scorso anno è un dato di fatto. La Finanziaria ne prevedeva 19 mila in meno. Abbiamo concordato con l'Economia che doveva essere ridimensionato a 11.600. E poi con un decreto, di cui i sindacati erano stati informati, abbiamo agito per 7 mila sull'organico di diritto e 4.600 sul quello di fatto. Ma passando alla fase attuativa, ci siamo resi conto che qualcosa non quadrava.


D. Cosa?

R. Abbiamo fatto un monitoraggio sull'andamento del piano nazionale di riduzione. Per evitare che, a cose fatto, i tagli rimanessero grida manzoniane, come avvenuto in tutti questi anni.


D. In verità, siete costretti, con la clausola di salvaguardia l'Economia può tagliare direttamente i finanziamenti alle scuole. E ve lo ha anche scritto, o no?

R. Avremmo anche potuto rinviare i conteggi a fine anno, come si è spesso fatto, senza nessuno scalpore. E invece nell'interlocuzione con l'Economia abbiamo scelto una strada diversa: noi non bluffiamo, voi però non ci chiedete di fare tagli impossibili.


D. Il vostro monitoraggio che risultati ha dato?

R. Sull'organico di diritto non sono stati tagliati 7 mila posti, ma poco più di 6 mila. Il peggio è venuto con gli organici di fatto, che avrebbero prodotto un incremento di 4.500 cattedre. Abbiamo riscontrato casi ingiustificati, e siamo intervenuti.

D. Quali casi?

R. Per esempio, in Campania gli studenti disabili sono diminuiti di 500 unità, si stavano per assumere 1.200 prof in più. In Emilia Romagna, con 102 alunni in meno, 425 docenti ulteriori rispetto allo scorso anno. Situazioni inspiegabili, che i d.g. regionali ora devono rimettere a posto.


D. Allora le proteste di massa, perché si sta tagliando il servizio, come le spiega?

R. Non tagliamo il servizio, anzi lo rafforziamo con 1.000 cattedre in più per il tempo pieno e 700 per la scuola d'infanzia. Se mi chiedono posti per rispondere a un effettivo bisogno, sono la prima a battermi perché siano dati. Ma i bisogni non possono essere infiniti. E la scuola non può essere la valvola di sfogo di esigenze occupazionali.


D. Insomma, alla fine quanto tagliate?

R. Puntiamo a 9.800 cattedre in meno. Saremmo sotto di 1.800 rispetto all'obiettivo. Ma di più non si può fare.