Che idea hanno della valutazione?

da Tuttoscuola, 20/8/2007

 

"C’è da chiedersi quale idea della valutazione abbia condotto alla scelta dei commissari chiamati a dirigere l’INVALSI. Nel gran parlare che si fa di valutazione sembra che solo chi è impegnato in prima persona nella scuola non abbia niente da dire".

Così si conclude un polemico articolo dell’ex presidente dell’INVALSI, Benedetto Vertecchi, pubblicato dal periodico del CIDI "Insegnare" (n. 2/2007). Il sospetto avanzato da Vertecchi è che dietro la scelta dei commissari (ma in particolare, sembra di capire, di uno di essi, Piero Cipollone, economista di scuola Bankitalia, che affianca Elena Ugolini e Paola Germana Reggiani Gelmini) ci sia "l’accettazione della subalternità dell’educazione a logiche assunte in prestito dall’economia". Una impostazione che privilegiando il rapporto risorse-risultati dell’apprendimento condurrebbe – in tempi di risorse pubbliche scarse – a considerare buoni i risultati che si ottengono impiegando una minore quantità di risorse finanziarie e umane. Ma un risultato "buono" dal punto di vista economico potrebbe non esserlo affatto dal punto di vista educativo.

Sono fondati i sospetti dell’ex presidente dell’INVALSI? Per ora dall’INVALSI, che continua ad essere commissariato, non sono pervenuti segnali di una deriva in senso economicistico dell’attività dell’istituto, che si è anzi occupato negli ultimi mesi essenzialmente di valutazione degli apprendimenti (effettuata con il metodo dei campioni probabilistici: principale novità rispetto all’universalismo delle prove targate Moratti-Elias). La direttiva annuale sull’attività dell’Istituto (n. 52/2007, ora pubblicata nel sito www.pubblica.istruzione.it) sottolinea l’importanza dell’analisi dei fattori di contesto e organizzativi ("Saranno oggetto di rilevazione le condizioni strutturali e di contesto in cui operano le singole scuole; le scelte e i modelli organizzativi adottati dalle istituzioni scolastiche autonome; la loro gestione finanziaria; i processi e azioni da esse attivate per il conseguimento degli obiettivi di riduzione della dispersione scolastica e dell’aumento dei livelli di apprendimento degli alunni").

Sono tutti temi presenti da tempo nella letteratura internazionale sulla valutazione di sistema, e non ci sembra che di per sé essi segnalino una deriva di tipo economicistico. Caso mai c’è da chiedersi come farà l’INVALSI a condurre serie indagini su queste complesse materie con le scarse risorse finanziarie che gli vengono messe a disposizione.