Sfida: “Ministro, si rende conto del danno
che fa ai disabili e alle loro famiglie?”

Il sindacato al ministro Fioroni, dopo l'annuncio di riduzione delle ore di sostegno: ''Così si uccidono culturalmente gli studenti disabili e si trasmette agli altri il messaggio che il compagno di classe è un peso per la collettività''.

  Il Redattore Sociale del 3/8/2007

 

ROMA – “Basta risparmiare sulla pelle dei disabili!” Usa parole durissime il sindacato famiglie italiane diverse abilità, Sfida, per bocca del suo segretario nazionale Andrea Ricciardi. In una lettera aperta indirizzata al ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni e al Consiglio episcopale italiano, Sfida punta l'accento sul preannunciato taglio al sostegno degli studenti disabili, anche per l'anno scolastico prossimo: “Il ministero dell'Economia e finanze ha preannunciato al ministero della Pubblica istruzione la clausola di salvaguardia, avendo questi superato il budget massimo di 626 milioni di euro. La risoluzione del problema è stata facile: risparmiare la spesa pubblica riducendo gli insegnati di sostegno alla popolazione studentesca con disabilità e le cattedre di strumento musicale”. Commenta il sindacato: “Non c'è tranquillità per le famiglie dei ragazzi disabili che frequentano la scuola italiana”.

“Onorevole ministro, si rende conto del danno che sta facendo ai disabili e alle loro famiglie? Forse per lei è solo una questione di bilancio economico, ma per noi genitori si tratta di una programmazione giocata sulla vita dei nostri figli. Come può un genitore impegnarsi affinché emergano le diverse abilità del proprio figlio quando sa di avere le Istituzioni contro perché rappresentiamo un peso economico? Dov'è la solidarietà di questo Governo verso i più deboli?

Hitler, in tutta onestà, affermò che i disabili erano un peso per la collettività tedesca e mise in atto il progetto T4 per lo sterminio dei disabili. Lei, onorevole ministro, culturalmente “uccide” gli studenti disabili italiani, distrugge psicologicamente i loro genitori e inoltre trasmette agli studenti “normodotati” il subdolo messaggio che il compagno di classe disabile è un peso per la collettività”.