Bullismo, anche gli insegnanti inglesi
contro YouTube.

di A.G.  La Tecnica della Scuola del 12/8/2007.

Per l'Associazione degli insegnanti inglesi, in linea con il ministro britannico, la presenza in rete di siti on line come YouTube, MSM e RateMyTeachers è da ritenere pericolosa: visto che non è possibile disciplinare l’uso di internet, una delle espressioni di massima libertà della società moderna a cui è difficile imporre dei sicuri filtri di navigazione, l’unica soluzione per salvaguardare l’educazione dei ragazzi è quella di oscurarli.

A mali estremi, estremi rimedi. E’ questa evidentemente la filosofia fatta propria degli insegnanti d’oltre Manica, dopo il primo responsabile dell’istruzione britannica, per arginare il crescente fenomeno del bullismo contro il personale scolastico. Pochi giorni fa l'Associazione degli insegnanti inglesi ha infatti espresso pubblicamente la propria condanna per la presenza in rete di siti web come YouTube, Msm e RateMyTeachers: siti internet da cui è possibile scaricare filmati di ogni genere, sempre però più spesso girati nelle aule scolastiche e con protagonisti ignari docenti, ragazzi portatori di handicap o studenti in vena goliardica. Questa la linea dei docenti: visto che non è possibile disciplinare l’uso di internet, una delle espressioni di massima libertà della società moderna a cui è davvero difficile imporre dei sicuri filtri di navigazione, l’unica soluzione per salvaguardare l’educazione dei ragazzi è quella di oscurarli. Dopo che aver riscontrato alcun miglioramento a seguito dei continui inviti al maggior impegno da parte dei genitori per correggere i cattivi comportamenti dei figli hanno deciso di cambiare strategia.

"Nessun luogo è al riparo dal cyber-bullismo - ha denunciato la docente Kirsti Paterson durante una conferenza dell'Associazione degli insegnanti inglesi tenuta il 1 agosto – e nessun controllo può essere portato avanti 24 ore al giorno per tutta la settimana sia ai telefoni cellulari che alle tante applicazioni on line: ormai giudizi e immagini inviate sul web possono facilmente essere copiati e messi a disposizione di una platea globale. A breve termine, per risolvere questo problema è necessario chiudere i siti che incoraggiano il cyber-bullismo".

Gli insegnanti del Regno Unito hanno anche spiegato che a causa del bullismo molti loro colleghi sono stati indotti a lasciare l’incarico: troppi episodi di violenza e eccessive scorrettezze negli atteggiamenti dei loro studenti. E non bisogna pensare che le scuole inglesi siano tenere nei confronti dei loro studenti: solo nella scuola elementare, lo scorso anno scolastico ben 640 studenti sono stati sospesi per comportamenti violenti od osceni.

La dura presa di posizione dei docenti fa seguito a quella di Alan Johnson, ministro dell'Istruzione britannica, che nel mese di aprile aveva paragonato i video scaricabili da siti on line come “You Tube” e “Ratemyteachers.com” a film violenti o pornografici. A dire il vero in Gran Bretagna il Governo negli ultimi tempi ha già attuato un bel giro di vite contro la violenza a scuola: basta dire che gli insegnanti inglesi hanno avuto l’esplicita autorizzazione a confiscare telefoni cellulari e nuove tecnologie che turbino in qualche modo le lezioni. Evidentemente però non basta: la guerra ai ‘cattivi esempi’ va fatta ad ampio raggio e quindi va combattuta anche on line. Pronta la difesa da parte dei gestori dei siti internet che accolgono i video girati dai ragazzi mettendoli gratuitamente a disposizione del popolo dei cyber-navigatori: "c'è solo una minuscola minoranza di persone che cerca di violare le regole – ha fatto sapere un portavoce di YouTube – la nostra struttura fa parte della task force del governo contro il cyber-bullismo, lavorando a stretto contatto con i sindacati degli insegnanti e altri: se gli insegnanti o qualsiasi altro vedono contenuti che ritengono inappropriati e che violano i nostri principi – ha concluso - allora possono segnalarlo e noi interverremo. Se viola i nostri termini, provvederemo a rimuoverlo". Difficile dimostrare il contrario e ancor di più imbavagliare internet. Molto più cauta allora, ma anche più sicura di essere attuata, la linea intrapresa invece dal nostro ministro della Pubblica Istruzione Fioroni che da qualche mese ha introdotto un numero verde e un decalogo anti-bullismo.