Scuola verso un autunno caldo?
Non è difficile prevederlo, dopo le varie
proteste e prese di posizione di questo mese di agosto, di fronte ai
ventilati tagli agli organici per il sostegno. E anche la FISH
(Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) è pronta a
tornare alla carica, rilevando ancora una volta la preoccupante uscita
dell'integrazione scolastica dall'agenda politica del Ministero.
da
Superando del
24/8/2007
La FISH
Nazionale ringrazia quanti hanno aderito e stanno tuttora
sostenendo l'appello circa il taglio agli organici di fatto
per il sostegno e per l'aggiornamento generalizzato degli insegnanti
curricolari».
Lo si legge in una nota ufficiale della Federazione Italiana
per il Superamento dell'Handicap, riferita a quanto da noi
ripreso alla fine di luglio, con il testo
Integrazione scolastica: così proprio non va!,
a firma dello stesso presidente nazionale FISH Pietro V.
Barbieri.
E in efftti le proteste e le prese di posizione non sono certo
mancate. Particolarmente forti - come prevedibile - quelle provenienti
dal fronte dei docenti precari.
«Ancora una volta - hanno scritto ad esempio alcuni componenti del
Forum
Precariscuola - prevale un'idea della
scuola come costo e non come investimento sul futuro:
come si pensa di migliorare la qualità della scuola tagliando così
radicalmente il numero di docenti? Inutile a questo punto nascondersi
che anche se si farà di tutto per fare bene il proprio lavoro, il
docente sarà fortemente penalizzato da classi numerose che nelle zone
a rischio saranno santa barbara pronte ad esplodere. La scuola
pubblica, dunque, si sta trasformando solamente in un grande
calderone massificante e privo di quegli ideali che l'avevano
sostenuto. E oltretutto gli studenti disabili si troveranno
privi di un'assistenza adeguata».
Il riferimento successivo è ad una recente intervista rilasciata dal
viceministro della Pubblica Istruzione Mariangela Bastico,
nella quale quest'ultima aveva dichiarato: «Puntiamo a 9.800 cattedre
in meno. Saremmo sotto di 1.800 rispetto all'obiettivo. Ma di più non
si può fare».
Puntuale la risposta dei docenti precari: «Eppure noi vorremmo che si
facesse di più: vorremmo che invece di pensare a tagliare dei posti il
viceministro si preoccupasse di migliorare la qualità della
scuola, vorremmo un'assistenza adeguata per tutti gli
studenti disabili, vorremmo laboratori efficienti e
aggiornati, vorremmo classi con un numero massimo di venti alunni per
rendere più proficue le nostre lezioni, vorremmo scuole con organici e
finanziamenti adatti ad affrontare la sfida di un mondo che cambia
sempre più in fretta. Vorremmo tutto questo e soprattutto vorremmo
una scuola attenta alle esigenze degli studenti e delle loro
famiglie e non una scuola attenta solo alle esigenze
contabili di Padoa Schioppa».
Altri docenti precari (Loriana Gattafoni,
Donata Bracci e Roberta Morgoni) hanno
rincarato la dose, dichiarando: «Il Ministro non può tagliare in
maniera generalizzata. Non è possibile sostenere gli insegnanti
curricolari, la classe plurietnica e l'alunno disabile adolescente che
deve realizzare la propria integrazione scolastica, sociale e
lavorativa senza le risorse necessarie e senza un
adeguato riconoscimento del nostro intervento professionale».
Ma una significativa presa di posizione è sorprendentemente
arrivata dalla stessa area politica che sostiene il Governo Prodi,
ovvero da Anna Sanchi, responsabile nazionale Scuola
dei Verdi: «Ancora una volta motivi di ordine meramente economico
vanno a penalizzare il mondo della scuola e della disabilità:
a seguito di quanto ha dichiarato il ministro Padoa Schioppa in merito
al previsto sforamento del budget assegnato al Ministero della
Pubblica Istruzione, infatti, saranno ulteriormente tagliate le
cattedre degli insegnanti di sostegno. Riteniamo dunque
ingiusto colpire sempre i cittadini più deboli e le loro famiglie».
«La scuola - aggiunge Sanchi - deve garantire a tutti le stesse
opportunità, ma se si andrà nella direzione di ridurre l'organico dei
docenti di sostegno, per altro già sottodimensionato, questo diritto
sarà negato. Tali scelte non rispettano quanto è scritto nel programma
dell'Unione. I tagli alle risorse destinate alle scuole, agli organici
e alle cattedre annulleranno la qualità della scuola pubblica.
Auspichiamo quindi un'inversione di rotta su questo
terreno, con la riaffermazione del fondamentale concetto secondo cui
le risorse destinate alla scuola non costituiscono una spesa
bensì un investimento per il futuro del Paese».
Insieme ai docenti - soprattutto in Sicilia e in
Campania - particolarmente attivo, in questo mese di
agosto, è stato nche il mondo dell'associazionismo.
Per tutti basterà citare la nota di Salvatore Crispi,
responsabile del
Coordinamento per i Diritti delle
Persone con Disabilità nella Regione Siciliana, che ha dichiarato: «Le
leggi specifiche assicurano il diritto allo studio e la frequenza
scolastica mediante, anche, l'utilizzo degli insegnanti di sostegno.
Parlare quindi di tagli e riduzioni, in questo caso, è una
lesione dei diritti sanciti dalla vigente legislazione e
significa anche creare ulteriori disagi sia ai ragazzi
disabili e ai loro familiari, sia all'organizzazione della
scuola e dei singoli istituti».
In realtà una prima risposta a tutto ciò è arrivata dal Ministero,
sotto forma di uno scarno comunicato
stampa diffuso il 1° agosto, che recita
testualmente: «In relazione a notizie riguardanti presunti ulteriori
tagli agli organici della scuola il Ministero dela Pubblica Istruzione
precisa che la notizia è totalmente priva di fondamento.
Non esiste nessuna nuova azione di contenimento rispetto a
quella già definita a suo tempo nella scorsa Finanziaria e tradottasi
nelle indicazioni già fornite ai direttori regionali con i decreti
sugli organici. Le riunioni collegiali svoltesi in questi giorni sono
servite a monitorare con le Direzioni scolastiche regionali le
operazioni in corso confermando la priorità del tempo pieno e della
scuola dell'infanzia e verificando nel contempo eventuali abusi nello
sdoppiamento delle classi. Per quanto riguarda l'interlocuzione con il
ministero dell'Economia essa non riguarda affatto la problematica egli
organici dell'anno scolastico 2007-2008».
Ma si tratta di una risposta di fronte alla quale la FISH
ritiene doverosa almeno una precisazione, ricordando che,
«contrariamente a quanto affermato, i tagli in organico di diritto
verranno in realtà realizzati semplicemente non superando i
posti già assegnati lo scorso anno scolastico,
indipendentemente dall'aumento del numero degli alunni con
disabilità».
E c'è anche un altro punto importante rilevato dalla Federazione -
forse quello principale - che merita di essere segnalato: «Spiace che
in prossimità delle ferie estive il livello politico del Ministero
della Pubblica Istruzione, che ha determinato i tagli, abbia
delegato al livello dirigenziale la trattazione della materia,
come se questa, assieme all'annoso problema della formazione degli
insegnanti curricolari, non rivestisse un livello politico, ma
meramente burocratico».
Anche questo, dunque, fa dire alla FISH che «purtroppo il Ministero
della Pubblica Istruzione non ha fatto pervenire a questa Federazione
alcuna comunicazione rispetto alla denuncia da noi sollevata.
Attendiamo a questo punto la fine delle vacanze estive per ritornare
alla carica e chiedere una chiarificazione generale su tutta
la problematica dell'integrazione scolastica degli alunni con
disabilità che è ormai, per tutto quanto appare, uscita
dall'agenda politica del Ministero stesso, in contrasto con una sua
ininterrotta storia di seria attenzione a questi problemi».
Il fronte resta aperto e crediamo quindi di non sbagliare,
preannunciando anche qui momenti piuttosto caldi nel
prossimo autunno.