Istruzione.
Le iniziative, proposte e progetti sostenuti dal ministro Fioroni
sembrano convergere verso una rottura netta col passato morattiano
Il ritorno della scuola di tutti.
Mirko
Grasso da
Aprile On Line.info del 26/9/2006
Nel campo della scuola e dell’istruzione la
drastica rottura con il governo della destra si intravede e diventa
sempre più tangibile. Si è concretizzata per tutta una serie di
iniziative, proposte e progetti che il ministro Fioroni sostiene. E’
intuibile, poi, negli assetti futuri che l’Unione immagina sul ruolo
della scuola. Un colpo di spugna all’epoca “Moratti” è stato inflitto
già con il cambio del nome al ministero: si torna al tradizionale
ministero della Pubblica istruzione, aggettivo che in non pochi casi è
entrato in disuso o è stato boicottato dal governo Berlusconi.
La scuola di tutti deve necessariamente ritornare al centro del
dibattito politico e della vita del paese. Bisogna partire da questa
considerazione che si impone non da astratti ragionamenti e prese di
posizione per principio, ma dalla constatazione del cambiamento
radicale che attraversa la nostra società e di riflesso,
necessariamente, anche gli spazi pubblici in cui ci si forma. Basta
entrare nelle nostre scuole per accorgersene. L’incrocio di culture,
che spesso sembra un qualcosa di sfuggente e leggero, nelle aule
scolastiche diviene sempre di più un elemento caratterizzante. Saperi
e culture differenti possono e devono entrare a confronto, per un
arricchimento generale di tutti. Arricchimento culturale e umano
garantito da uno spazio comune, nella laicità e nel rispetto reciproco
che può solo alimentare la voglia di scoprire l’altro e mettere a
disposizione il proprio bagaglio culturale e umano.
L’inizio dell’anno scolastico ha avuto una connotazione che ci riporta
in questo percorso: la legalità come valore sul quale edificare la
convivenza e articolare l’esistenza del singolo in rapporto a quella
della collettività. E qui non siamo alle prese con una semplice
inversione rispetto al passato, ma al ripristino di una via maestra.
Tuttavia, per noi che siamo immersi nel vivace mondo della scuola
italiana, e anche del precariato, riponiamo anche altre speranze
nell’azione del ministro e del governo. La legalità al centro
dell’azione del cittadino. Vorremmo che questa sacrosanta via maestra
abbia una serie di imbocchi nell’etica pubblica, nei sistemi formativi
e di reclutamento di chi sceglie il campo della formazione come
proprio mondo. La recente critica del ministro Mussi al sistema
baronale dell’università italiana è da sostenere con forza e vigore, e
ci aspettiamo qualcosa di simile nei confronti del mercimonio di tutti
quei titoli che garantiscono punteggio, a chi è inserito nelle
graduatorie per l’insegnamento, ma offrono questo in cambio di due
parametri: soldi, e tanti, e scarsissima professionalità. Il sistema
formativo deve rimanere pubblico o, in caso di para-università private
e a distanza, deve essere cosa seria. E’ un obbligo elementarmente
morale: la professionalità e la cultura non si comprano, ma si
acquisiscono. Buon lavoro al ministro Fioroni.