Il Presidente alla Scuola superiore di Lecce: più controlli sui nuovi atenei Napolitano: la ricerca può salvare il Sud. di Vincenzo Vasile, da l'Unità del 16/9/2006
UNA VOLTA dicevano che «piccolo» è bello, riferendosi al sistema delle imprese italiane. E sappiamo che non è andata a finire molto bene. Qui non solo tutto è piccolo. Anzi, è minuscolo. Si chiamano, appunto: nano-tecnologie. Ed è questo gran parte del futuro della nostra ricerca, il nostro futuro. Per esempio c'è un affarino di mezzo centimetro quadrato che - quando verrà messo in produzione - costerà venti centesimi. In settanta secondi questo microchip, che contiene un «laboratorio» supertascabile, permetterà al chirurgo in sala operatoria di evitare di «chiudere» e «riaprire» il paziente per la biopsia. Ed ecco un nano-laser concepito a imitazione dei pigmenti della farfalla. Capace di costruire, per esempio, un tessuto per jeans «riflettenti» che saranno utili per la moda, così come per la sicurezza stradale. Il fatto è quando la luce viene riflessa negli specchi impiegherà molto più tempo, a differenza di questa tecnica, copiata dalla natura, che consente di «scegliere» - come fanno le ali delle farfalle - solo quella luce di cui si ha bisogno. Oppure state a vedere la leggerissima e risparmiosa lampadina di plastica a 4 volts che sarà installata prossimamente sui fanalini di un certo modello di auto di una grande casa tedesca, ed interessa aziende dell'arredamento, come grandi company dell'elettronica per realizzare i display del futuro. O, ancora, il «proiettile intelligente» sanitario di vocazione molto pacifica che con una siringa può iniettare sostanze benefiche al posto dei devastanti «cicli» di chemioterapia. Davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (che ringrazia per essersi potuto «illudere di avere capito») il giovane professore Roberto Cingolati, direttore del settore Nanoscienze della Scuola superiore di Lecce (Isufi) illustra alcuni esempi dei prodigiosi progressi che la ricerca del suo istituto ha raggiunto, o sta per sviluppare. Nel laboratorio salentino lavorano almeno cento ricercatori. Ci sono ottime partnership con multinazionali tecnologiche, della stazza di St, Techint, Alenia. «Noi ce la mettiamo tutta, ci aspettiamo un impegno forte delle istituzioni», conclude Cingolati, uno di quei pochi che hanno rifiutato in questi anni cospicue offerte dall'estero per rimanere. Napolitano originariamente la sua visita in Puglia voleva concentrarla proprio qui, a contatto con un modello esemplare di ciò che di dinamico e avanzato esiste nel Mezzogiorno. Per ribattere sia al catastrofismo di chi dipinge con tinte disperate l'intero Mezzogiorno, sia alla «futilità» della nuova retorica sulla «questione settentrionale». Si vorrebbe rimuoverla, dice, la questione meridionale. E una visione puramente quantitativa della realtà italiana oscura significativi e vitali punti di eccellenza come l'avanzatissimo centro di ricerca di Nanoscienza dell'Università di Lecce. «Vorrei respingere - spiega il capo dello Stato - la distinzione che si fa tra impegno per il Mezzogiorno e impegno a sostenere la crescita e la competitività delle aree più sviluppate e dinamiche del nord del Paese. Bisogna affrontare questi problemi insieme, fanno parte di una visione politica nazionale che deve valorizzare le potenzialità e le risorse del Mezzogiorno». Il Capo dello Stato poi accenna anche alla proliferazione degli atenei: «Senza dubbio la materia è molto opinabile, ma quando si dice che c'è stata una proliferazione di sedi universitarie in Italia, io credo che ci sia anche qualcosa di preoccupante da verificare attentamente». |