Il ministero detta le condizioni alle scuole per la ripresa delle lezioni. Salta la primina, niente tutor. Cadono molte innovazioni della riforma Moratti di Antimo Di Geronimo da Italia Oggi del 5/9/2006
La primina non c'è più e il tutor e il portfolio
non possono più essere applicati. Sono queste le novità più importanti
contenute in una nota emanata dal ministero della pubblica istruzione
il 31 agosto scorso (prot.7265). Il provvedimento (si veda ItaliaOggi
di giovedì scorso) analizza tutto l'impianto normativo vigente e
fornisce importanti chiarimenti su tutor, portfolio, orario di
servizio, mobilità, contratti di prestazione d'opera, anticipi e
insegnamento dell'inglese. In sostanza, gran parte della riforma
Moratti risulta disapplicata. Primina L'amministrazione scolastica ha chiarito che potranno sostenere l'esame di idoneità alle classi successive alla prima solamente gli alunni di età non inferiore a quella richiesta per la frequenza in via ordinaria delle stesse classi. Tale interpretazione si lega, tra l'altro, alla considerazione che la riforma, nel consentire l'anticipo delle iscrizioni alla prima classe, ha individuato il limite minimo di età consentito a questo scopo, oltre il quale potrebbero determinarsi pregiudizi all'equilibrato sviluppo formativo degli alunni e difficoltà nell'organizzazione didattica delle classi. In buona sostanza, il ministero ha escluso che potessero essere ammessi in seconda gli alunni che, al 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento, non abbiano compiuto sei anni (articolo 13, comma 2 del decreto legislativo 59/2004). E ha escluso anche la possibilità di percorrere scorciatoie consistenti nell'ammissione alle classi successive alla seconda in assenza del prescritto requisito di età. Insomma, dal prossimo anno le primine non avranno più ragione di esistere. Ciò perché eventuali anticipi saranno consentiti alle stesse condizioni della scuola statale o paritaria. E a questo punto viene meno il presupposto stesso di questi particolari corsi finalizzati all'ingresso anticipato in seconda elementare. Corsi che, prima della riforma, costituivano l'unica possibilità per anticipare l'ingresso alla scuola primaria, mediante un percorso di preparazione agli esami di idoneità alla seconda classe di scuola elementare.
Nel prossimo anno scolastico la valutazione dovrà essere effettuata utilizzando le schede del previgente ordinamento. A questo proposito, il dicastero di viale Trastevere ha fatto presente che il regolamento per il trattamento dei dati sensibili non è ancora pronto. E che non si conoscono ancora gli esiti di alcuni contenziosi giurisdizionali che riguardano la valutazione della religione cattolica. Tra l'altro, è stato anche richiesto un parere al Garante della privacy, che, allo stato, non ha ancora reso noto le proprie conclusioni. Insomma, secondo il ministero della pubblica istruzione ´soccorrono fondate ragioni per suggerire di soprassedere dall'applicazione delle modalità di valutazione introdotte dal portfolio', si legge nella nota, ´e di avvalersi dei modelli valutativi di cui al previgente ordinamento'. In buona sostanza, l'amministrazione ha ammesso implicitamente che, fino a quando il ministero non spiegherà cosa si può scrivere nelle osservazioni sistematiche e cosa deve essere coperto dal segreto, la compilazione del portfolio potrebbe esporre i docenti a responsabilità anche penali. Ciò per effetto di eventuali violazioni della legge sulla privacy, in modo particolare per quanto riguarda il trattamento dei dati sensibili (patologie, orientamento sessuale, religione, orientamento politico, ecc.). E dunque, almeno per il prossimo anno, è preferibile ritornare alla vecchia scheda di valutazione, che consente di adempiere pienamente alla funzione valutativa, senza esporre i docenti al rischio dell'insorgenza di responsabilità.
Per quanto riguarda il tutor, il ministero dell'istruzione ha spiegato agli uffici periferici che sono state disapplicate le norme della riforma Moratti che ne prevedevano l'introduzione. Il che equivale a dire che questa figura non esiste più. E che tutto tornerà come prima. Le scuole, pertanto, potranno ritornare all'organizzazione modulare, con tre insegnanti su due classi, ciascuno con un solo ambito di competenza, in luogo della verticalizzazione del docente tutor in un'unica classe, con due ambiti e un solo insegnante assegnato contemporaneamente a due classi. Facciamo un esempio. Per introdurre il tutor, negli anni scorsi i dirigenti scolastici avevano assegnato alla maestra designata per questo incarico due ambiti, disposti verticalmente nella stessa classe. E ciò aveva comportato che la docente designata si era trovata, non di rado, a operare solo in una classe. Insomma, non più una maestra per ogni ambito, titolare dello stesso ambito in due classi diverse, ma una sola maestra, con due ambiti, che insegna solo in una classe. E dunque, invece, di avere tre docenti che insegnano su due classi, si sono avute due docenti (insegnanti prevalenti) in due classi diverse (con 18 ore frontali di insegnamento per ognuna) e una docente (non prevalente) titolare su due classi. Per esempio: l'insegnante Rossi, titolare degli ambiti lettere e matematica nella classe I A; l'insegnante Bianchi, titolare di Lettere e matematica in I B e, infine, l'insegnante Verdi, titolare dell'ambito antropologico in I A e in I B. L'effetto è stata la disarticolazione del modulo. Ma alle insegnanti precedentemente assegnate al modulo stesso è stato imposto di svolgere, comunque, le due ore settimanali di programmazione. Anche se due insegnanti su tre non hanno più potuto insegnare nella stessa classe. In buona sostanza, a fronte della impossibilità di effettuare la programmazione di modulo, espressamente prevista dal contratto di lavoro, è stata imposta la partecipazione ad una sorta di consiglio di interclasse aggiuntivo, non previsto da alcuna norma. Con la disapplicazione della normativa sul tutor si ritornerà al regime previgente ripristinando i moduli e riportando la programmazione nel suo alveo naturale con tre insegnanti che programmano le stesse materie in due classi contemporaneamente. Il tutto in ottemperanza a quanto previsto dal contratto di lavoro.
L'amministrazione ha chiarito, inoltre che la mobilità del personale docente resta di stretta pertinenza del tavolo negoziale. Ciò per effetto della disapplicazione delle disposizioni della riforma Moratti che intervenivano unilateralmente alla modifica delle condizioni previste nei contratti. La frequenza delle operazioni di mobilità, dunque, rimane annuale, sia per i trasferimenti a domanda che per la mobilità professionale. Resta confermata anche la frequenza annuale delle utilizzazioni e delle assegnazioni provvisorie.
Le scuole non potranno più stipulare contratti di prestazione d'opera per avvalersi di esperti con competenze diverse da quelle disciplinari possedute dai docenti dell'istituto.
Niente da fare anche per gli anticipi nella scuola dell'infanzia, che non potranno essere introdotti perché non sono state ancora definite le professionalità necessarie e le nuove modalità organizzative.
Nella scuola secondaria di I grado resta confermato il potenziamento dell'orario della prima lingua comunitaria, che passa da due a tre ore settimanali, fermo restando le due ore destinate all'insegnamento della seconda lingua comunitaria. Un'ora in più anche per l'insegnamento della tecnologia che viene confermata nell'ordine di due ore settimanali.
Il potenziamento dell'inglese da tre a cinque ore settimanali non potrà, invece, essere adottato nemmeno per quest'anno perché, per introdurlo, è necessario che parta anche la riforma delle scuole superiori. Riforma, che allo stato resterà sospesa fino alla fine del 2007.
Per quanto concerne la flessibilità oraria, l'amministrazione ha chiarito che le scuole potranno disporre del 20% del curricolo. Fermo restando, però, che bisognerà evitare di parcellizzare il percorso formativo in una miriade di attività, per non compromettere l'unitarietà del processo didattico-apprenditivo. |