Atenei più autonomi. E paletti per l'attivazione
di nuovi corsi.
Università, Mussi rispolvera il 3+2.
Il ministero licenzia le nuove classi di laurea
triennali e magistrali.
La riforma già dal 2007/2008.
da Italia Oggi del
22/9/2006
Il governo rispolvera la ´sua' riforma
dell'università. E dà una bella lucidata alla Berlinguer-Zecchino, la
legge che prevede il triennio di base e un biennio di
specializzazione. Il centro-sinistra, quindi, più che dare attuazione
al percorso a Y (1+2+2), cavallo di battaglia dell'ex sottosegretario
Mariagrazia Siliquini nella passata legislatura, ha deciso di
migliorare il 3+2 rafforzando il collegamento università-lavoro e
risolvere quei problemi nati in questi ultimi anni. In linea con
quanto anticipato dal sottosegretario all'università Luciano Modica
(si veda ItaliaOggi del 26 maggio 2006), il Miur ha così licenziato i
due provvedimenti sulle classi di laurea e di laurea magistrale ai
sensi del dm n. 270/2004 e relativi allegati e li ha trasmessi al Cun
(Consiglio universitario nazionale), alla Crui (Conferenza dei
rettori) al Cnsu (Consiglio nazionale studenti universitari) con nota
prot. n. GAB/7861.8.1 del 12 settembre 2006. Fra le novità ci sono i
paletti alla proliferazione di corsi triennali e i limiti alla
parcellizzazione degli esami. Oltre che il riconoscimento di una
maggiore autonomia agli atenei. La riforma partirà già dal prossimo
anno accademico 2007/2008, ma ci sarà comunque tempo fino al
2009/2010.
I nuovi corsi. Sono 43 le nuove classi di laurea triennali e 94 quelle
quinquennali. E dall'anno accademico 2010/2011 cancelleranno
definitivamente quelle previste dal decreto ministeriale 4 agosto
2000. Per evitare la proliferazione di corsi, il decreto, per i nuovi
ordinamenti, detta criteri precisi circa l'attivazione. Che potrà
avvenire esclusivamente nel caso in cui gli insegnamenti
corrispondenti ad almeno 90 crediti per le lauree di tre anni e 60 per
le lauree magistrali siano tenuti da professori o ricercatori
inquadrati nei relativi settori scientifico-disciplinari e di ruolo
presso l'ateneo. Nessun professore potrà essere conteggiato più di due
volte.
Atenei più autonomi. Per ogni corso di laurea i regolamenti didattici
determineranno autonomamente i crediti da assegnare a ciascuna
attività formativa. Gli ordinamenti dovranno assicurare agli studenti
una solida preparazione sia nelle discipline di base sia in quelle
caratterizzanti, garantendo loro la possibilità di un approfondimento
critico di argomenti anche evitando la dispersione del loro impegno su
un numero eccessivo di discipline, di insegnamenti e relativi moduli.
Questo, nelle intenzioni del ministero, permetterà agli atenei di
mettersi in competizione fra di loro e di costruire percorsi
accademici in grado di attirare più studenti.
Raccordo università-lavoro. Nel definire gli ordinamenti didattici, le
università dovranno specificare gli obiettivi formativi in termini di
risultati di apprendimento attesi e dovranno individuare gli sbocchi
professionali con riferimento alle attività classificate dell'Istat in
modo da permettere un miglior raccordo fra l'università e il lavoro.
Per gli studenti che vorranno trasferirsi è assicurato il
riconoscimento del maggior numero di crediti già maturati. Ci sarà
anche la possibilità per l'ateneo di ingresso di ricorrere a colloqui
per la verifica delle conoscenze possedute. La quota di esami che
potrà essere riconosciuta non potrà comunque essere inferiore al 50%
di quelli maturati. Tale limite non si applica nel caso gli studenti
provengano da un'università telematica. Non solo. Al termine degli
studi le università rilasceranno un certificato che riporterà le
principali indicazioni relative al curriculum specifico seguito dallo
studente per conseguire il titolo.
Esami limitati. Quanto al vecchio problema dell'eccessiva
parcellizzazione degli esami, il ministero guidato da Fabio Mussi ha
inteso risolvere il problema fissando in 20 per i corsi triennali e in
12 per le lauree magistrali il massimo degli esami e delle verifiche
di profitto, anche favorendo prove di esame integrate per più
insegnamenti o moduli coordinati. Lo studente, quindi, si potrà
confrontare con più docenti e per più materie insieme. Ancora, gli
atenei potranno riconoscere e far diventare crediti formativi anche le
conoscenze e le abilità professionali certificate. Il numero massimo
di crediti riconoscibili, però, per ogni corso di laurea non potrà
comunque essere superiore a 60 per le triennali e 40 per le
magistrali.