In Commissione Istruzione al Senato
riprende il dibattito sulla scuola.

di R.P. La Tecnica della Scuola del 20/9/2006

 

Riprende il confronto sul programma politico del Ministro; maggioranza compatta nonostante i "distinguo": in materia di obbligo scolastico Ranieri auspica un confronto con l'opposizione, Rina Gagliardi (RC) ribatte che la scuola non è materia per sperimentare forme di dialogo. Davico (Lega Nord): "La Costituzione prevede l'obbligo ma solo per l'istruzione inferiore".

 

La ripresa dei lavori della Commissione Istruzione del Senato coincide con un dibattito politico sulla questione dell’obbligo scolastico.

In apertura di seduta il senatore di Forza Italia Franco Asciutti manifesta perplessità rispetto alle recenti dichiarazioni del Viceministro Bastico sulla decisione di procedere ad estendere l’obbligo scolastico a 16 anni senza percorrere la via legislativa.

Il risultato dell’intervento di Asciutti è del tutto prevedibile: le polemiche estive interne alla maggioranza di Governo svaniscono nel nulla e lasciano spazio ad una corale difesa dell’operato del Ministro Fioroni che accomuna tutte le componenti.

La senatrice dei Comunisti Italiani Maria Agostina Pellegatta non ha dubbi e sottolinea come i primi interventi del Ministro siano stati tutti positivi, dal ripristino della denominazione del Ministero della "pubblica" istruzione, alla separazione della competenza sull'istruzione da quella sull'università; dalla proposta di modifica della composizione delle commissioni giudicatrici dell'esame di Stato alla abrogazione di alcuni istituti previsti dalla legge Moratti.

"Della riforma scolastica approvata nella scorsa legislatura - ammette però la senatrice - rimangono ancora vigenti alcune parti che danneggiano il sistema complessivo; fra questi, i bonus alle famiglie e una certa articolazione della formazione professionale pubblica e regionale volta a privatizzare il settore".

Sulla stessa lunghezza d’onda si muove il diessino Andrea Ranieri che poprio in materia di obbligo a 16 e di divieto di svolgere attività lavorativa prima di quell'età auspica che si sviluppi un dibattito costruttivo anche con le forze di opposizione.

Auspicio che a dire il vero non trova per nulla d’accordo Rina Gagliardi (Rifondazione Comunista) che ritiene che non sia questo il terreno più adatto per sperimentare forme di dialogo con l’opposizione: "Al contrario - sottolinea Gagliardi - su questo tema va espressa una netta alternatività".

Per la minoranza interviene Michelino Davico (Lega Nord) che solleva una questione non priva di fondamento: " L'elevamento dell'obbligo scolastico non potrebbe che riguardare, ai sensi dell'articolo 34 della Costituzione, l'istruzione inferiore, a meno di non voler procedere a riforme sostanziali dell’intero sistema scolastico".

Nella replica, Giuseppe Fioroni mostra tranquillità e sicurezza e ricorda che all'estensione dell'obbligo deve corrispondere una precisa disciplina del lavoro minorile, secondo cui l'attività contrattualizzata non possa avere luogo fino a 16 anni e comunque fino ai 18 debba avere carattere prevalentemente formativo. "L'apprendistato e l'alternanza scuola/lavoro - sottolinea Fioroni - devono avere come finalità l'immissione nel mercato del lavoro e l'elevamento dell'obbligo di istruzione ha l'obiettivo di rendere più consapevoli le scelte degli alunni e ridurre la dispersione scolastica".