Ma sulla Finanziaria faremo la nostra parte.
Per l’edilizia scolastica assicura un apposito fondo.

Fioroni: La scuola ha già dato.

di Massimo Franchi da l'Unità del 28/9/2006

 

«COME HO DETTO a Padoa-Schioppa, la scuola pubblica ha già dato». Il ministro Fioroni parla davanti a centinaia di insegnanti, tesi e preoccupati, stipati nella sala di via di Ripetta. «Abbiamo scelto il giorno peggiore, o forse il migliore», questa l’indecisione dell’organizzatore Antonio Rusconi che da mesi preparava il convegno dei gruppi parlamentari dell’Ulivo “Sapere, sviluppo, equità”. È capitato nel day after della fantomatica bozza di Finanziaria che prevede lacrime e sangue per la già derelitta scuola italiana. Tutti pendono dalle labbra del ministro aspettando qualche raggio di luce. Incassato il sostegno «nella battaglia sulla Finanziaria», Fioroni prende la parola in un clima di attesa messianica. L’inizio sembra non dare speranza («Tutti i ministri devono essere rigorosi sui conti») e i mugugni in sala si sprecano. Poi il ministro in pratica scrive la «sua» finanziaria, capitolo per capitolo, convincendo buona parte della platea (i dubbiosi rimangono) ed uscendo fra gli applausi nonostante l’assicurazione finale: «Ci sarà ancora battaglia».

CORREZIONI, NON TAGLI Parte dal presupposto doloroso che «abbiamo la necessità di fare la nostra parte nella Finanziaria», ma spiega per capitoli la sua «contromanovra». Mancano solo le cifre perché quelle le devono certificare i tecnici del ministero dell’Economia. Parla di «possibilità di correzione reale, per partecipare alla ricostruzione del paese, sapendo che la scuola incide come 40% della funzione pubblica».

INSEGNANTI INIDONEI E incomincia dai «20 mila docenti che docenti non sono perché insegnano in altre strutture». Detta così pare un po’ fumosa, ma si tratta di personale che non insegna perché materie come la dattilografia o l’aggiustaggio sono state abolite oppure sono insegnanti distaccati per le più disparate ragioni (salute in primis) in biblioteche, ministeri, ex provveditorati. Tutti ancora a bilancio del ministero per i quali Fioroni propone misure di messa in mobilità che sgravino il bilancio di viale Trastevere.

3 MILIARDI ALL’AUTONOMIA La svolta maggiore verrebbe invece «dal passaggio diretto dei 3 miliardi destinati al ministero direttamente alle 10 mila 380 scuole italiane», abbassando dai 10 a 2 i capitoli di entrata e di uscita che ogni preside si trova a gestire ogni anno», con taglio degli sprechi. Se la Moratti aveva spolpato l’autonomia scolastica, l’Unione la rilancia «in maniera forte», responsabilizzando i singoli istituti che «dovranno decidere come spendere al meglio i soldi per supplenze brevi, servizi scolastici e quant’altro in loro potere».

PATTO SULL’EDILIZIA Il tema è da sempre caro a Fioroni. Da mesi chiede di mettere in sicurezza le scuole italiane «che dal 1966 vanno avanti di proroga in proroga e che secondo i dati per il 16% non sono a norma». Preso atto che l’«anagrafe» richiesta non è pronta (solo il Molise l’ha portata a termine), il ministro propone «un patto agli enti locali: ogni Regione si impegna a mettere a norma gli edifici scolastici; in cambio il ministero finanzia per un terzo le spese e concede cinque anni di proroga agli istituti non a norma».