Il presidente a Lecce interviene in una polemica che ha agitato il mondo universitario.

Nuovi atenei, i dubbi di Napolitano.

Il ministro Mussi: "Spesso seguono criteri scriteriati.
Alcuni già bloccati". "Verificare se sono necessari".

 la Repubblica del 16/9/2006

 

LECCE- E' preoccupato Giorgio Napolitano per il moltiplicarsi del numero degli atenei in Italia. Da Lecce, dove il presidente della Repubblca è in visita, chiede al governo di "verificare la prolificazione delle università in Italia".

Parlando dal palazzo del rettorato dell'ateneo salentino - che Napolitano ha definito come "la prima fra le nuove generazioni di università italiane che opera fuori dagli schemi tradizionali" - il presidente ha deciso di intervenire su una questione che negli ultimi anni sta agitando il mondo dell'università italiana, preoccupa genitori e studenti, fino a sollevare pesanti dubbi ( anche di legittimità) sulle garanzie che alcuni degli atenei appena aperti o i proicinto di aprire possono offrire: "Le discussioni sono tante e, senza dubbio, la materia e' molto opinabile. Ma quando si dice che c'è stata una proliferazione di sedi universitarie in Italia, credo che ci sia anche qualcosa di preoccupante, da verificare attentamente".

Da Shangai, dove è in visita, è subito arrivata la rassicurazione del ministro dell'Istruzione Fabio Mussi: "Il presidente Napolitano ha ragione da vendere. Negli ultimi decenni si è assistito a una scriteriata proliferazione di sedi, talora collegata alle ambizioni di politici locali. Ho già cominciato a frenare questo fenomeno. In primo luogo impedendo la creazione di nuovi atenei e di nuove facoltà di cui non si avvertiva la necessità e poi inserendo nel decreto sulle classi di laurea, emanato il 4 agosto, norme volte a frenare la frammentazione e la proliferazione dei corsi. Nuove iniziative potranno vedere la luce - ha promesso Mussi - solo su elevati standard di qualità e sulle basi di effettive necessità didattiche e di ricerca".

Parole finora confermate dai primi atti del nuovo governo in materia di istruzione, a partire dal blocco del decreto che istituiva la chiacchierata università "Francesco Ranieri" di Villa San Giovanni.