Aumenta il disservizio
per la chiamata dei supplenti.
da
Tuttoscuola, 25 settembre 2006
Anno nuovo disservizio vecchio. E forse
di più.
Resta irrisolta la questione della chiamata dei supplenti, che ha già
provocato l’anno scorso spese vertiginose in telegrammi a carico delle
scuole, oltre all’incalcolabile tempo che il personale di segreteria
deve dedicare alla ricerca di supplenti che in moltissimi casi
rifiutano la proposta di lavoro senza danno alcuno per loro. E si
consolida nelle scuole elementari l’abitudine di spartire in altre
classi gli alunni delle classi momentaneamente prive di titolare: un
fatto eccezionale e raro sta diventando per moltissime scuole
ordinaria routine.
In questo modo si fa solamente vigilanza e si penalizzano, in termini
di continuità didattica, sia gli alunni in attesa di supplenza sia gli
alunni che li accolgono nelle classi.
Fino all’anno scorso alcune organizzazioni sindacali avevano
denunciato gli effetti di questa modalità di chiamata dei supplenti,
ma poi tutto è stato affidato ad una prolungata trattativa tra
sindacati e ministero che potrà dare frutti – non si sa se risolutivi
– soltanto dal prossimo anno scolastico.
La richiesta di ripristinare per i supplenti sia il deterrente di
accodamento in fondo alla graduatoria di istituto in caso di rifiuto
della proposta di supplenza sia l’obbligo di domicilio nella provincia
di lavoro ha trovato la decisa opposizione sindacale per tutelare
quello che è considerato ormai un diritto acquisito dei supplenti.
Rebus: la tutela degli interessi dei lavoratori precari è sacrosanta,
ma lo è forse meno quella del diritto ad un servizio di qualità per
gli alunni?