Polemiche sul finanziamento  alle  materne  paritarie/2.

 Ma  così chiudiamo.

da TuttoscuolaNews N. 260, 25 settembre 2006

 

"È importante che il governo si impegni ad adeguare, quanto  meno  al mutato valore  della  moneta,  l'intervento  economico  statale",  che essendo rimasto invariato nei cinque anni del governo di centro-destra "si    è   sostanzialmente  ridotto  di  quasi  4000  euro  per  ogni monosezione".

Quindi secondo Luigi Morgano, segretario  della  FISM,  l'associazione che raccoglie le scuole materne di ispirazione cattolica, il  semplice ripristino  del  normale  finanziamento  alle  scuole  paritarie,  167 milioni compresi,  non  basta  per  assicurare  la  continuazione  del servizio reso dalle scuole materne  non  statali,  sulle  quali  grava sempre di più l'onere delle spese  per  il  personale  (oltre  40.000 dipendenti), quasi tutto ormai di estrazione laica.

Ed è proprio su questo punto che la FISM insiste: "Fino a quando tali costi non saranno  assunti  dalla  Repubblica  non  si  avrà  equità nell'accesso    al  sistema  nazionale  di  istruzione".  A  parte  le prevedibili complicazioni politiche  che  la  cosa  comporterebbe,  la formula proposta dalla FISM fa sorgere qualche dubbio:  se  i  docenti fossero retribuiti direttamente dallo Stato, saremmo di fronte  a  una specie di statalizzazione delle scuole  paritarie,  perchè  lo  Stato quanto meno farebbe valere le sue regole (per graduatorie,  incarichi, mobilità ecc.).  Ma  probabilmente  la  FISM  intende  solo  chiedere l'adeguamento dei contributi, tenendosi ben stretta  la  gestione  del personale.