Anno ponte. Verso un approdo unitario?
di Dedalus, da
ScuolaOggi del
30/9/2006
Il corpus dei provvedimenti e dei documenti
inviati alle scuole dal neo ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe Fioroni (la lettera alle scuole ma soprattutto la Nota di
indirizzo e la nota tecnica del 31 agosto 2006/prot.7265) ha
introdotto rilevanti elementi di novità su questioni controverse quali
il tutor, la valutazione e il portfolio, le stesse Indicazioni
nazionali, all’interno di un richiamo forte e persistente
all’autonomia scolastica quale cornice di riferimento.
Non stiamo qui a riprendere il contenuto dei principali provvedimenti
normativi ma rinviamo ad una attenta rilettura degli stessi. Ci
interessa invece in questa sede chiederci sommariamente qual è la
situazione nelle scuole, in particolare negli istituti milanesi,
relativamente alle questioni indicate.
Per sommi capi.
Tutor.
In alcuni casi (pochi) è stata individuata nei Collegi la figura del
docente tutor con relativa assegnazione di compiti e nomina formale.
Nella maggior parte delle scuole ci risulta che non si sia proceduto
in tal senso ma che ci si sia orientati verso la cosiddetta
tutorialità diffusa. Vale a dire non sono state create figure docenti
sovraordinate ma le funzioni di orientamento, rapporti con le
famiglie, ecc. sono state ricomprese collegialmente all’interno dei
team docente (nel senso indicato dalla Nota di indirizzo).
Portfolio.
In alcune scuole sono stati approntati dossier-portfolio, comprendenti
sia le forme di documentazione dei processi formativi dell’alunno che
di valutazione e certificazione delle competenze degli alunni. In
molti casi ci si è limitati ad una riflessione, attraverso gruppi di
lavoro, sulla valutazione e sulla documentazione dei processi
formativi, senza pervenire alla definizione di portfoli strutturati.
Documento di valutazione.
Ciascuna scuola ha elaborato una propria scheda di valutazione. In
molti casi si è trattato di un restyling delle precedenti schede di
valutazione del 1996, rivedute e corrette.
Indicazioni
nazionali.
In diverse scuole le Indicazioni nazionali allegate al D.lvo 59/2004
hanno costituito un riferimento obbligato per le programmazioni
didattiche. In altre si è rimasti a metà strada tra le Indicazioni
nazionali e i vecchi Programmi, in altre ancora (vedi alcune scuole
primarie) si è continuato a programmare sostanzialmente sulla base dei
Programmi del 1985. L’editoria scolastica ha creato non pochi
problemi, avendo i libri di testo assunto le Indicazioni nazionali
come riferimento principale.
Come si vede siamo di fronte dunque ad un panorama estremamente
diversificato, da scuola a scuola. Come se ne esce? Documento di
valutazione: verrà predisposta e diffusa dal Ministero una
scheda-tipo, una traccia nazionale di scheda di valutazione (c’è una
forte richiesta in tal senso dalle scuole) o si lascerà all’autonomia
delle scuole l’adozione di strumenti propri? Indicazioni nazionali: la
Nota di indirizzo ne sottolinea il carattere transitorio e annuncia di
voler procedere ad una loro “profonda revisione”, ma in quali tempi? E
nel frattempo? Le scuole continueranno con un mix di vecchio e nuovo?
E ancora: il Ministero dovrebbe definire i livelli essenziali delle
prestazioni, gli standard nazionali, i quadri di competenze, ma anche
qui non sarà un percorso rapido, effettuato in tempi brevi. E in
questo lasso di tempo?
Insomma siamo di fronte ad una situazione estremamente frastagliata e
di notevole incertezza. La “transizione” sarà orientata verso approdi
unitari? A questi interrogativi è lecito attendersi una risposta
positiva. Diversamente si corre il rischio che la tanto richiamata
autonomia scolastica finisca per sconfinare in una sorta di
anarchia-autarchia delle scuole. Il rischio insomma del “fai da te”,
del procedere in ordine sparso senza denominatori comuni.