Autonomia, autonomia.

di Stefania Fabris da ReteScuole del 14/9/2006

 

Mi esprimo su una questione rispetto alla quale dichiaro da subito totale ignoranza e quindi, in sostanza, chiedo lumi.
Se leggo che il Ministro della Pubblica Istruzione emette una direttiva con la quale ridefinisce e riamplia le funzioni degli Uffici scolastici provinciali, attribuendo ad essi rinnovate funzioni di controllo, verifica e monitoraggio dei POF e dell'utilizzo dei finanziamenti delle scuole autonome, a me viene in mente (nell'ordine):

1 - si ritorna ad usare un linguaggio noto che era stato sostituito/affiancato da un altro sconosciuto;

2 - il Ministero pur sostenendo il valore dell'autonomia delle scuole, ribadisce la necessità di un coordinamento e di un monitoraggio che deve far capo a riferimenti normativi ed amministrativi decentrati rispetto al Ministero, ma accentrati rispetto alle singole scuole;

3 - è tutto da chiarire l'intreccio di competenze tra Comune, Provincia, Regione e Stato, ma indubbiamente il riferimento ad un organismo provinciale è tradizionalmente un referente intermedio fondamentale per le scuole;

4 - la logica con cui verranno approvate o meno determinate scelte economiche delle scuole sarà più politica-pedagogica e meno strettamente finanziaria, considerando anche che sarà (sarebbe?) più facile avere un quadro dettagliato, ma d'insieme delle iniziative territoriali;

5 - forse se si va a ripotenziare gli USP è possibile liberare le Scuole da una serie di incombenze amministrative che hanno ridotto le segreterie all'implosione quotidiana e ormai definitiva e forse si risparmia pure un po'.

La Tecnica della scuola quantifica intorno a 2500 € all'anno la spesa di ogni scuola per pagare i Revisori dei Conti. Girando un po' in rete leggo che proprio quest'anno si erano profilate questioni complesse in relazione ad interventi dei Revisori dei Conti sulla contrattazione d'Istituto... Insomma mi chiedo: qual è il vero problema? Le direttive del Ministero minacciano l'autonomia delle scuole? Di quale autonomia parliamo e, soprattutto, quale autonomia vogliamo? Non è forse una questione di regole, di leggi, di scelte di fondo da chiarire?

Per esempio: io vorrei poter di nuovo progettare nella mia scuola attività pomeridiane finalizzate al recupero-sostegno, all'educazione alla salute, all'approfondimento culturale. Vorrei che ci fossero direttive chiare, con indicazione di priorità, e un minimo di soldi. E' meglio che su questioni di questo tipo intervenga un signor commercialista ( ma chi sono i revisori dei conti? Chi li paga? Il loro lavoro ha reso più efficiente l'amministrazione del bilancio delle scuole?) o un responsabile di un Ufficio provinciale? Vorrei capire meglio.