In Finanziaria un risparmio di circa 75 mln di
euro tagliando le bocciature.
Il 6 politico salverà le casse.
Nel 2007/08 previsti 18.500 promossi in più
Italia Oggi del 3/10/2006
A fine giugno, ogni anno, si consuma la liturgia
del consiglio di classe nel quale si decidono le sorti degli studenti.
Promuovere o bocciare, in base sì ai voti dei compiti scritti e delle
interrogazioni, ma anche alla luce del comportamento tenuto,
dell'impegno profuso, delle condizioni socio-familiari dello studente.
Dal prossimo anno scolastico, ossia il 2007/08, sul tavolo dei docenti
ci sarà un ulteriore elemento da prendere in esame: salvando un
bocciato su dieci, si contribuirà al risanamento delle casse dello
stato. Un contributo, questo, che non è un mero auspicio, ma un dato
acquisito, inserito nella manovra finanziaria approvata dal consiglio
dei ministri venerdì scorso e calendarizzata alla camera per il primo
via libera parlamentare. Nel 2007/08, prevede l'articolo 68 del
disegno di legge della manovra, scatterà il nuovo obbligo scolastico
fino ai 16 anni di giovani.
Il che vuol dire che i ragazzi sono tenuti a frequentare i due anni
delle superiori. In questi due anni, prevede la relazione tecnica
allegata alla Finanziaria, si dovranno ridurre le bocciature. Nel
2007/08 del 10%. Se dunque oggi i bocciati sono circa 185 mila,
nell'anno in questione dovranno essere 166 mila e 500. In questo modo,
hanno conteggiato i tecnici di viale Trastevere, si potrà ottenere una
riduzione del numero di classi di circa 805. Se l'obiettivo dovesse
essere centrato nella misura dell'80%, ci saranno 1455 docenti in
meno; gli ausiliari, tecnici e amministrativi saranno ridotti di 425
unità.
Insomma, si risparmieranno 56 milioni nel 2008 e 18,6 milioni per gli
ultimi 4 mesi del 2007.
Complessivamente 74,6 milioni di euro, una delle fette della torta di
risparmi che il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, si
è impegnato a portare a casa: 448 milioni per l'anno in corso, di
1,324 miliardi nel 2008 e di 1,402 miliardi di euro a decorrere dal
2009.
La proposta del ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, in
realtà era ben più corposa: 700 milioni di euro subito e 2 miliardi a
regime. E prevedeva un taglio radicale delle cattedre. Complici le ire
dei sindacati, Fioroni ha ottenuto uno sconto. Eppure ha dovuto
raschiare il barile: cancellati 20 istituti regionali di ricerca, ci
sarà una task force per contrastare le assenze eccessive dei docenti,
molti prof comandati e distaccati presso altre amministrazioni
ritorneranno in classe, i revisori dei conti delle scuole saranno solo
due e scelti nella stessa provincia o al massimo regione di sede
dell'istituto scolastico. Stretta anche sulle spese per il sostengo ai
disabili: ci sarà un controllo più rigoroso sulle certificazioni
sanitarie. E poi le bocciature, appunto, da ridurre del 10%,
´attraverso idonei interventi finalizzati al contrasto degli
insuccessi scolastici'. Forte dell'esperienza del passato, che ha
visto i tagli di spesa nella scuola quasi mai realizzati,
Padoa-Schioppa ha preteso una clausola di salvaguardia. È l'articolo
67 della Finanziaria che precisa: ´Al fine di garantire l'effettivo
conseguimento degli obiettivo di risparmio...in caso di minori
economie, si provvede... a ridurre le dotazioni complessive di
bilancio del ministero della pubblica istruzione, ad eccezione di
quelle relative alle competenze spettanti al personale della scuola,
in maniera lineare, fino a concorrenza degli importi indicati'.
Insomma, le norme potranno anche essere programmatiche e lavorare per
obiettivi nel lungo periodo. I risparmi, però, questa volta saranno
certi.