Nuova maturità/3:
la proposta di legge di Forza Italia.

 Tuttoscuola, 1 ottobre 2006

 

L’unica vera novità contenuta nella proposta di legge di riforma dell’esame di Stato depositata dai parlamentari di Forza Italia alla Camera (prima firmataria l’ex sottosegretaria Aprea) è la trasformazione della "terza prova" da prova locale, finora predisposta dalle stesse Commissioni d’esame, a prova nazionale, "predisposta e gestita" dall’Istituto Nazionale di Valutazione (INVALSI), che provvederebbe anche a definire i criteri per la sua valutazione da parte delle Commissioni. Le prime due prove, invece (italiano e materia caratterizzante), oggi nazionali, sarebbero elaborate dalle stesse Commissioni, che provvederebbero anche a stabilire i criteri per la valutazione dell’esito delle prove.

Tutto il resto rimane invariato: la Commissione d’esame resta tutta interna, salvo il Presidente, mentre viene confermata la scelta, già contenuta nel decreto legislativo 226/2005, di ristabilire il giudizio d’ammissione all’esame. Seguono una serie di accorgimenti, già in parte contenuti nelle disposizioni vigenti, volti a controllare l’attività dei "diplomifici".

Viene così rovesciata, quasi a specchio, l’impostazione che caratterizza il disegno di legge governativo, che punta sul mantenimento del carattere nazionale delle prime due prove, e conforma il carattere locale della terza, quella multidisciplinare, mentre modifica la composizione della Commissione, tornando alla formula della 425/1997: metà interni, metà esterni e Presidente esterno. E’ difficile dire se, così stando le cose, sarà possibile trovare in Parlamento un minimo terreno d’intesa tra la proposta governativa e quella di Forza Italia (ma ci sono anche proposte targate AN). Per evitare le strettoie e le inevitabili polemiche di un eventuale decreto legge i due schieramenti dovrebbe trovare un punto d’incontro facendo ciascuno un passo indietro sui rispettivi disegni di legge: per esempio la maggioranza potrebbe "aprire" sulla terza prova nazionale, mentre l’opposizione potrebbe accettare l’idea di tornare alle Commissioni miste. Troppo bipartisan?