C’era una volta l’obbligo scolastico/1:
 dramma di riforme in tre atti con prologo...

 Tuttoscuola, 15 ottobre 2006

 

Prologo: in attuazione dell’art. 34 della Costituzione in Italia l’istruzione è obbligatoria ed è impartita per almeno otto anni. Dopo otto anni di frequenza scolastica oppure con il conseguimento della licenza media, l’alunno è prosciolto dall’obbligo. L’esperienza italiana degli otto anni di istruzione obbligatoria dura dal 1962 (scuola media unica) al 1999.

Atto primo: l’obbligo di istruzione è elevato da otto a dieci anni (legge n. 9/1999). In prima applicazione l’obbligo è di nove anni, in attesa della riforma dell’intero sistema.
Adempiuto l’obbligo all’interno del sistema scolastico, possono essere scelti percorsi non scolastici (formazione professionale, apprendistato).
Tutti a scuola, e solo a scuola, dunque, per almeno nove anni (poi dieci).
Intanto si sperimenta l’obbligo formativo da utilizzare più avanti.

Atto secondo: arriva il diritto-dovere all’istruzione e formazione che amplia e modifica l’obbligo di istruzione (legge 53/2003). Tutti a scuola per almeno otto anni fino alla scuola media (come nella fase di prologo) e poi scelta per continuare obbligatoriamente fino a 18 anni nella scuola oppure nella formazione professionale o nell’apprendistato. Dopo la scuola media, insomma, si può (si deve) scegliere tra tre vie. La legge n. 9/1999 viene abrogata (con troppa fretta) mentre l’opposizione critica la scelta precoce.

Atto terzo (solamente annunciato e fuori scena): programma dell’Unione: elevare l’obbligo di istruzione gratuita fino a 16 anni (primo biennio della scuola superiore). Si vuole ripristinare, insomma, la legge n. 9/1999, cancellando la canalizzazione precoce prevista dalla legge di riforma Moratti e dal relativo decreto legislativo n. 76/2005.
Ritorna l’idea del tutti a scuola e solo a scuola fino a 16 anni, cioè per un decennio, rimandando a dopo le scelte alternative (formazione professionale, lavoro, ecc.).