Vincenzo Brancatisano

Per Montezemolo “è inutile assumere nuovi insegnanti se poi non sono capaci”.

Confindustria attacca i precari,
la Gilda li difende.

L’ex giornalista Rai, Beretta, parla con ironia di “fantastica operazione”
Capponcelli: “Siamo contro la manodopera usa e getta cara agli industriali”

da vincenzobrancatisano.it, 23/10/2006

 

 “Questa legge finanziaria prevede una scandalosa sanatoria per i presidi delle nostre scuole”. L’accusa arriva dalla Gilda degli insegnanti di Modena, che respinge le critiche avanzate dalla Confindustria contro gli insegnanti. In merito alle annunciate 150.000 immissioni in ruolo di docenti precari previste dal disegno di legge finanziaria, il presidente Luca di Montezemolo aveva detto che “è inutile assumere nuovi insegnanti se poi non si scelgono persone capaci e non si premia chi merita”. Robertino Capponcelli, modenese, neo dirigente nazionale della Gilda commenta: “Condividiamo la necessità di un reclutamento dei docenti basato sul concorso di capacità, competenze, esperienza professionale, ma sarebbe corretto per Confindustra richiedere altrettanto per i dirigenti scolastici, per i quali la finanziaria prevede una scandalosa sanatoria, privilegiando l'assunzione facile e antimeritocratica”. Ma gli attacchi del mondo produttivo non si limitano a Montezemolo. Maurizio Torreggiani, direttore della Cna di Modena, in un intervento al festival dell’Unità ha denunciato che i ragazzi che escono dalle superiori modenesi non sono all’altezza dei compiti che li attendono sul mondo del lavoro. E il direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, parla ora con sarcasmo di “fantastica operazione di modernità e di apertura alla ricerca e all'innovazione” riferendosi “all’assunzione dei precari”, quasi dimenticando che questi precari già lavorano a buon mercato. Nella finanziaria, spiega Beretta, “si dà qualche segnale di timida apertura alla ricerca e all'innovazione e poi abbiamo una fantastica operazione di modernità come l'assunzione di 150 mila precari nella scuola, dove c'è il rapporto più basso tra insegnanti e alunni”. Però ciò è dovuto soprattutto alla presenza in classe degli alunni disabili, che in altri Stati sono relegati in scuole speciali e di insegnanti di sostegno, che non andrebbero computati, oltre di luoghi disagiati dove le scuole sia pure con pochi alunni sono un presidio di democrazia.

 

Capponcelli, come giudica l’analisi di Confindustria?

“Magari fossero davvero 150.000 assunzioni. La scuola ha un grande bisogno di stabilità dei ruoli per garantire la qualità. Ormai in non pochi istituti il numero dei docenti precari prevale su quello dei docenti di ruolo. Temiamo che quella cifra sia solo una bolla di sapone, studiata ad arte per tenere buono un esercito di oltre 400.000 semioccupati, sfruttati alla giornata per anni e anni dallo Stato. Non si comprende infatti come sarà possibile in un triennio assumere 150.000 docenti e ridurre i posti di 40/50.000 unità”.

 

Come mai?

“Si prevede l'aumento del numero di alunni per classe, la riduzione drastica delle ore di lezione negli istituti professionali, la promozione garantita a tutti per ragioni di risparmio. Questo prevede la finanziaria con l'allegata dichiarazione tecnica”.

 

Nella provincia di Modena si va dai 20,81 alunni per classe alle elementari ai 23,60 studenti delle medie. Secondo Padoa Schioppa e Confindustria il rapporto è basso.

“In italia il rapporto insegnanti-alunni è più alto che altrove perché la nostra orografia, con tanti piccoli paesi montani, non è quella della Francia o della Germania; perchè in Italia si insegnano più discipline, perchè abbiamo gli insegnanti di sostegno agli alunni con handicap. Una scelta di sussidiarietà, di civiltà e di solidarietà, insomma. Vogliamo riformare in modo involutivo anche questi valori?”

 

Beretta dice che “c’è bisogno di sviluppo per rovesciare una società che oggi vede una scuola per chi ci insegna e non per gli alunni”.

“Noi vogliamo una scuola al servizio della crescita culturale, civile e sociale di tutti, del cittadino e del paese. Confindustria vuole una scuola al servizio esclusivo del profitto delle imprese, con manovalanza flessibile, usa e getta, proprio come avviene per il precariato scolastico”.

(L'articolo di Brancatisano è consultabile sulla Gazzetta di Modena di oggi)