Il basso rapporto italiano alunni/docenti
è colpa del sostegno?

 Tuttoscuola, 7 ottobre 2006

 

Nessuno nega che, nel confronto europeo, l’Italia si trovi quasi in fondo alla classifica per il rapporto alunni/docenti.
Le cifre parlano chiaro, anche se vi sono due modi di calcolare il rapporto che danno risultati un po’ diversi (rapporto sull’organico di diritto e rapporto sulla situazione di fatto), ma che confermano in ogni modo la posizione italiana.

Sindacati e ministro Fioroni difendono la situazione italiana, adducendo giustificazioni varie e reali, connesse alla particolare condizione strutturale e territoriale delle scuole nel nostro Paese.
Alcuni organi di informazione hanno ripreso e condiviso in particolare l’incidenza, tutta italiana, che avrebbero i posti di sostegno nel calcolo del rapporto.

Potrebbe essere davvero un fattore incidente. Proviamo a fare un po’ di conti, prendendo a riferimento i dati ufficiali della situazione di diritto registrata prima dell’avvio di questo anno scolastico e pubblicata dal MPI nei giorni scorsi.

Gli alunni delle scuole statali, dall’infanzia alle superiori, previsti per il 2006-2007 sono 7.740.840 (tra un mese o due sapremo quanti effettivamente sono ora in classe).
I posti di organico di diritto, predisposti dall’Amministrazione scolastica e comprensivi di 48.667 posti di sostegno, sono 738.440.
Il rapporto complessivo alunni/docenti è pertanto pari a 10,48 (7.740.840 : 738.440).

Se il rapporto viene invece calcolato escludendo i 48.667 posti di sostegno e riducendo, quindi, il numero dei docenti ai soli 689.773 insegnanti delle discipline e delle attività comuni (738.440 – 48.667), il rapporto si alza a 11,22.

La differenza del rapporto, al netto dei posti di sostegno, è pari a 0,74 punti. Non è molto, ma una certa ragione per difendere il rapporto italiano c’è.