Primo via libera al ddl sulla riforma. Arrivano i commissari extradistretto.

Maturità, avanti ma piano.

Il viceministro: migliorie con le nuove superiori

 Italia Oggi del 31/10/2006

 

Procede con cautela, ma senza incidenti, l'approvazione del disegno di legge sugli esami di stato. La scorsa settimana, il primo via libera della commissione istruzione del senato, dove non si è registrata unanimità di consensi, ma neanche il sempre incombente ostruzionismo, quanto mai pericoloso a palazzo Madama, dove la maggioranza è sempre in bilico (si veda IO del 27 ottobre). La prossima settimana, il provvedimento debutterà in aula per la prova del nove. Se anche in assemblea l'atteggiamento di apertura e confronto di maggioranza e opposizione reggerà, la riforma avrà veramente superato gli esami. E potrà presentarsi senza timori di imboscate alla camera.
Il provvedimento che il 7 novembre si presenterà alla discussione dei senatori è stato modificato, con emendamenti anche dell'opposizione, rispetto al testo messo a punto dal ministro dell'istruzione, Beppe Fioroni: esteso l'ambito di provenienza dei commissari esterni, i giovani potranno diplomarsi anche con la lode, la terza prova sarà fatta in collaborazione con l'Invalsi. La riforma con cui dovranno fare i conti studenti e insegnanti a partire dal prossimo anno non è però destinata ad avere vita lunga. Ulteriori modifiche, infatti, potranno essere effettuate dopo la completa revisione delle scuole superiori. Ad annunciarlo è il viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico. ´Siamo intervenuti per ridare serietà agli esami', spiega il viceministro a ItaliaOggi, ´anche se non è possibile escludere ulteriori interventi migliorativi, sopratutto sulle prove. Ma non ha senso definirli se prima non è chiaro l'assetto delle scuole superiori'. Di sostanza le modifiche approvate in commissione. ´Abbiamo svolto un ottimo lavoro, grazie alla disponibilità del governo e della relatrice, Albertina Soliani, al confronto', spiega il presidente della VII commissione, Vittoria Franco, ´tanto che molti degli emendamenti sono stati approvati all'unanimità'. Per esempio, è stato allargato l'ambito di provenienza dei docenti esterni, presenti sulla metà dei posti della commissione esaminatrice: non potranno essere dello stesso distretto scolastico della scuola sede d'esame. ´Una misura per evitare che ci siano commissari della porta accanto', spiega la Bastico. Per l'opposizione, invece, si tratta di una modifica poco incisiva, ´in particolare nelle piccole città, dove il rischio di conoscersi tutti è concreto a danno della serietà delle prove', commenta Franco Asciutti, responsabile scuola di Forza Italia al senato. A impedire un ulteriore allargamento dell'ambito di provenienza (entro la regione, era la previsione di un emendamento dell'opposizione), la scarsità delle risorse economiche che non avrebbero consentito di pagare indennità più alte a i commissari esterni.


Per accedere agli esami di maturità saranno necessari l'ammissione dopo lo scrutinio finale, nonché il saldo degli eventuali debiti formativi accumulati negli anni precedenti.

Niente esami di maturità, inoltre, fuori dal comune di residenza (o della provincia o regione in caso di mancanza dell'indirizzo di studi), senza autorizzazione dell'ufficio scolastico regionale di provenienza. Confermata l'impostazione delle tre prove scritte e dell'orale attualmente in vigore. La terza prova, però, sarà preparata da ciascuna commissione d'esame in piena autonomia, sulla base, ed è questa la novità rispetto al testo in entrata, di modelli preparati dall'Invalsi, l'istituto nazionale di valutazione. ´È troppo poco, non serve a verificare con maggiore incisività gli studenti, a questo punto si potevano risparmiare 150 milioni di euro e lasciare tutto com'era', critica Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An al senato. La stessa Invalsi provvederà, proprio attraverso le tre prove scritte, alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti. Il governo, inoltre, potrà emanare, entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, un provvedimento per realizzare appositi percorsi di orientamento universitari, anche per valorizzare le discipline tecnico-scientifiche, e quindi la frequenza delle facoltà scientifiche.

Resta nel testo della legge la disposizione che consente agli studenti privatisti di sostenere l'esame in una scuola statale o in una scuola paritaria (con un corso di studi completo), indifferentemente. Una previsione che non piace alla sinistra radicale (Rifondazione comunista e Comunisti italiani) che avevano anche presentato alcuni emendamenti, poi ritirati.

Proprio su questo punto critiche molto severe sono state espresse da Enrico Panini, segretario della Cgil scuola: ´Speriamo che il provvedimento possa essere cambiato in aula'.

Commenti favorevoli arrivano invece dalla Cisl e Uil scuola. Massimo Di Menna, numero uno della Uil scuola, invita però parlamento e governo ´a fare attenzione ai tempi perché insegnanti e studenti devono sapere, entro dicembre, come sarà l'esame'.