Mussi: l'università deve rinnovarsi. Italia Oggi del 23/11/2006
´L'università italiana è troppo vecchia, troppo
statica, troppo localista'. Un quadro a tinte fosche quello che
emerge, secondo il ministro dell'università e della ricerca, Fabio
Mussi, dal settimo rapporto sullo stato del sistema universitario
presentato ieri a Roma dal Comitato il rapporto nazionale per la
valutazione del sistema universitario (Cnvsu). Un sistema che, stando
ai dati presentati, tende a autopromuoversi, dall'offerta formativa
che continua a espandersi, al personale docente la cui età media è
troppo alta media fino al numero degli ordinari che supera quello
degli associati e dove al tempo stesso, non si aprono prospettive di
studio e ricerca numerose per i giovani. Una realtà insomma dove i
laureati con il nuovo ordinamento registrano un'impennata e toccano
quota 130 mila e dove, viceversa, è in crescita il numero degli
abbandoni dopo il primo anno d'università. Una realtà in cui a fronte
di una domanda forte di formazione universitaria si spande il numero
dei corsi soprattutto delle lauree specialistiche. Ma un sistema che
non è del tutto in grado di offrire una adeguata attività di
tutoraggio e consulenza verso i giovani. Dopo la corsa alle
immatricolazioni, rileva il rapporto, registrata in seguito all'avvio
generalizzato della riforma nell'anno accademico 2001/2002 e negli
anni accademici immediatamente successivi, il sistema universitario
sembra essersi assestato rispetto alle dinamiche positive che avevano
caratterizzato il periodo di avviamento. La domanda di formazione
appare ormai stabilizzata ed anzi si rileva, per il secondo anno
consecutivo, una modesta contrazione del numero degli immatricolati.
Tale contrazione deve però essere inquadrata in una più generale
contrazione del numero di diciannovenni e di maturi. La domanda di
formazione mette, infatti, in evidenza che siamo allineati ai valori
dei principali paesi europei. Gli immatricolati, dopo il picco di
circa 338 mila unità nell'anno accademico 2003-2004 sono leggermente
diminuiti nel 2004-2005, attestandosi intorno alle 332 mila unità, ma,
aggiunge il rapporto, da quattro anni aumentano i maturi che si
iscrivono all'università. Appare poi in crescita continua la tendenza
ad ottenere un titolo di studio di scuola superiore. Se nel 2001 il
73% dei diciannovenni conseguiva il titolo di maturità, nel 2005 il
dato si attesta al 78%. E uno degli effetti più eclatanti della
riforma è l'aumento della percentuale di coloro che proseguono gli
studi, iscrivendosi all'università. |