Precari ora e sempre?

da Tuttoscuola, 20 novembre 2006

 

Alla manifestazione di venerdì scorso hanno partecipato numerose categorie di precari, e tra queste anche i precari della scuola. I quali sono a loro volta suddivisi in sottocategorie, in maggiore o minore misura in competizione tra di loro: ciascuna di esse aspira infatti ad entrare nella scuola in modo stabile rivendicando le proprie buone ragioni anche in contrasto con quelle degli altri.

L’ultima aggregazione formatasi, in ordine di tempo, è il CIPNA (Comitato Insegnanti Precari Non abilitati), che si aggiunge a numerose altre: idonei dei concorsi, abilitati SSIS, insegnanti di sostegno non abilitati, abilitati nei corsi abilitanti inseriti nelle graduatorie permanenti, fino ad arrivare ai supplenti temporanei non abilitati, "il precariato del precariato, gli ultimi tra gli ultimi, come se l'esperienza di servizio fosse un demerito", lamenta il CIPNA.

Per questa grande massa di aspiranti docenti – una galassia in espansione che vede l’Italia in controtendenza rispetto ad altri Paesi dell’area OCSE, dove c’è carenza di insegnanti - l’obiettivo è quello di entrare in una graduatoria che consenta, prima o poi, di entrare in pianta stabile nella scuola senza ulteriori complicazioni, soprattutto senza subire altri filtri selettivi. Per questo spaventa la prospettiva, delineata nella legge finanziaria, che dal 2010 cessino di avere valore le graduatorie permanenti, e per questo il presidente della commissione Cultura della Camera, Pietro Folena (PRC), ha detto che "la dolorosa questione del superamento delle graduatorie permanenti della scuola non è stata risolta dal governo in modo soddisfacente". Che sarebbe stato, par di capire, quello di mantenerle in vita a tempo indeterminato.

Ci sia consentito di esprimere qualche disagio per il modo con il quale viene trattata una questione così delicata come il reclutamento dei docenti, che non dovrebbe obbedire a logiche meramente quantitative e al meccanico scorrimento di anonime graduatorie, ma basarsi anche su un rapporto fiduciario che si istituisce tra scuole dotate di vera autonomia e professionisti responsabili. E’ proprio impensabile che gradualmente, magari a partire dal 2010, i concorsi per il reclutamento vengano affidati direttamente alle scuole, come si fa in Gran Bretagna e in tanti altri Paesi?