I comuni sono a secco di risorse: denuncia dell'Anci
al ministero dell'istruzione.
Niente anticipi dell'infanzia.
Bloccati gli ingressi per i bimbi da 24 a 36
mesi
di Antimo Di Geronimo
Italia Oggi del
14/11/2006
I comuni non hanno i soldi per avviare le
sezioni Primavera. È quanto denuncia l'Associazione nazionale comuni
d'Italia (Anci). L'introduzione delle classi Primavera è un'iniziativa
sperimentale del ministero dell'istruzione che dovrebbe partire dal
prossimo anno. E che dovrebbe servire a consentire il graduale
ingresso a scuola anche per i bambini dai 24 ai 36 mesi d'età. A
fronte della costituzione delle classi con i bambini da due a tre anni
di età dovrebbe essere ripristinata la vecchia disciplina per
l'ingresso alla scuola dell'infanzia che, prima della legge n.
53/2004, prevedeva l'ingresso alla prima classe di scuola
dell'infanzia solo per i bambini che compivano i tre anni al massimo
entro il 31 gennaio dell'anno successivo
Classi Primavera, ecco come
L'introduzione delle classi Primavera sarà avviata gradualmente,
tramite progetti di sperimentazione che saranno attivati dopo un
accordo in sede di Conferenza unificata. I progetti potranno essere
attivati da soggetti pubblici (stato, comuni) e privati (scuole
paritarie ecc.). Ma anche lo stato parteciperà all'iniziativa con un
proprio programma nazionale di sperimentazione (articolo 11 del
decreto del presidente della repubblica 275/99). L'adesione ai
progetti, da parte dei docenti, avverrà su base volontaria, previa
adeguata formazione in servizio. I progetti saranno finanziati con
risorse statali aggiuntive o comunque reperite nell'ambito della
Finanziaria.
Che cosa dice la Finanziaria
La novità è prevista dall'articolo 68 del disegno di legge
finanziaria, il quale dispone che, per fare fronte alla crescente
domanda di servizi educativi per i bambini al di sotto dei tre anni di
età, verranno attivati, previo accordo in sede di Conferenza
unificata, progetti tesi all'ampliamento qualificato dell'offerta
formativa rivolta a bambini dai 24 ai 36 mesi di età. Anche mediante
la realizzazione di iniziative sperimentali improntate a criteri di
qualità pedagogica, flessibilità, rispondenza alle caratteristiche
della specifica fascia di età. I nuovi servizi potranno articolarsi
secondo diverse tipologie, con priorità per quelle modalità che si
qualificheranno come sezioni sperimentali aggregate alla scuola
dell'infanzia, per favorire un'effettiva continuità del percorso
formativo lungo l'asse cronologico 0-6 anni.
Un tavolo
Per consentire la formazione dei testi normativi che dovranno dare
attuazione a quanto previsto dall'articolo 68, è stato costituito in
seno all'Anci un gruppo di lavoro che dovrà consegnare al tavolo
politico entro la metà del mese di ottobre un primo testo, che possa
poi essere utilizzato per le successive concertazioni (in sede di
conferenza unificata) e per predisporre (a cura del ministero della
pubblica istruzione) il testo del decreto ministeriale necessario per
regolare il regime delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia.
Ma i soldi non ci sono
L'Anci, però, ha sottolineato la pesante situazione finanziaria dei
comuni, che rende difficile preventivare servizi di supporto per le
sezioni primavera gestite dallo stato e la priorità della
generalizzazione della scuola dell'infanzia per l'esaurimento delle
liste d'attesa e il consolidamento del servizio a tempo pieno.
I rappresentanti dell'Anci hanno richiamato l'attenzione sul fatto che
neanche in Finanziaria sono previste risorse per le spese dei comuni,
per le sezioni dei due-tre anni. E sul fatto che la conferenza, sede
cui l'articolo 68 rimanda per la definizione delle modalità operative,
potrebbe non garantire ai comuni quella riserva che invece sarebbe
garantita dalla legge, circa la volontarietà o meno di partecipare al
funzionamento e quindi ai costi delle sezioni statali. Esiste infine
una postazione finanziaria per incrementare i fondi delle scuole
paritarie nella quale sarebbe utile introdurre una interpretazione che
desse priorità alle sezioni primavera paritarie.
Le richieste dell'Anci
L'Anci ha anche richiesto che nella legge finanziaria venga inserita
la possibilità dell'impiego delle risorse previste per l'ampliamento
della rete degli asili nido, per le spese di gestione delle sezioni
dei bambini dai 24 ai 36 mesi. E che i nuovi servizi siano introdotti
solo dopo il parere favorevole dei comuni. Scomparsa la
generalizzazione della scuola dell'infanzia anche come prospettiva,
infatti, verrebbe addossato ai comuni l'onere del funzionamento delle
nuove sezioni sperimentali, rivolte ai bambini dai 24 ai 36 mesi, cui
lo stato prevede di concorrere esclusivamente con una riforma
ordinamentale e con la formazione del personale statale volontario. Ma
non è confermata la possibilità dei comuni di dare il proprio consenso
o meno all'istituzione delle sezioni, cui dovranno contribuire per le
spese relative alle sedi, all'arredamento e per le spese generali di
funzionamento. La previsione di un accordo da sottoscriversi in
conferenza unificata, inoltre, non garantisce del tutto che i comuni
potranno opporsi alla realizzazione di quanto stabilito dalla legge.