L'Italia agli ultimi posti Ocse per competenze, arrancano Sud e istituti tecnici.

Scienze, dolore nazionale.

E il ministro Fioroni vara il comitato anticrisi

 Italia Oggi del 7/11/2006

 

In Italia mancano chimici e matematici e non solo. I nostri studenti sin dalla scuola primaria sono in ritardo sul fronte delle discipline scientifiche rispetto ai coetanei di altri paesi. Due fenomeni che uniti insieme potrebbero far rischiare il collasso della scuola italiana perché la mancanza di un numero adeguato di laureati nelle discipline scientifiche significa un minor numero di insegnanti di qualità. Ma anche un gap qualitativo per la competitività generale del sistema paese. Un'emergenza che il ministro dell'istruzione, Beppe Fioroni, ha deciso di prendere di petto, istituendo (si veda ItaliaOggi di venerdì scorso) un comitato scientifico per approntare un piano anticrisi, da presentare al governo entro fine dicembre. Nel comitato, presieduto da Luigi Berlinguer, figurano esperti di discipline scientifiche e di didattica.

 

BASSE COMPETENZE

L'ultimo rapporto Ocse-Pisa (Programme for international student assessment) misura le conoscenze degli studenti prossimi all'uscita dalla scuola dell'obbligo. Nella prova di matematica, il campione italiano è nettamente al di sotto della media Ocse e si colloca al quart'ultimo posto: siamo al 25esimo posto tra i 29 paesi considerati. Peggio dell'Italia figurano solo Portogallo, Grecia, Turchia e Messico. Tra i primi dieci paesi classificati nella graduatoria dei livelli di alfabetizzazione matematico-scientifica troviamo i sistemi scolastici di Hong Kong, della Corea e del Giappone. Seguono a ruota anche Finlandia, Canada e Paesi Bassi. Mentre per poter leggere un nome di un paese europeo si deve scorrere la lista fino alla decima posizione dove troviamo la Francia e la ventesima dove figura la Germania. Più in basso, troviamo gli Stati Uniti e l'Italia. In generale, i quindicenni europei non risultano brillare per abilità e attitudini verso il sapere matematico e scientifico. Ben il 20% degli intervistati del Vecchio continente non va oltre il primo dei sei livelli di valutazione fissati dal test Pisa. In Italia e in Portogallo la percentuale sale al di sopra del 25%. Secondo i dati del rapporto Ocse e in una scala da 1 a 6, al sesto livello di matematica si situa solo l'1,5% dei ragazzi italiani, mentre all'estremo più basso si registra ben il 18,7%. Il 13,2% degli studenti inoltre risulta incapace di risolvere i problemi semplici e considerati addirittura inferiori al livello 1. In totale, la proporzione dei quindicenni italiani con una competenza in matematica considerata largamente insufficiente dagli esperti è del 31,9%. Il che significa quasi un terzo di tutti gli studenti di quindici anni, che in maggioranza frequenta il primo anno della secondaria superiore. A questa va aggiunta poi la percentuale di studenti con competenze insufficienti, il 24,7%. Nei test relativi al problem solving, che permette di valutare le capacità degli studenti di combinare apprendimenti di varia natura, per risolvere i problemi, le cose non vanno meglio. In questo esercizio infatti gli studenti italiani si situano al quart'ultimo posto fra i 29 paesi dell'Ocse.

 

I risultati italiani disaggregati

Analizzando i dati disaggregati delle regioni e delle province d'Italia che hanno partecipato singolarmente all'indagine Pisa 2003 è Trento che si colloca al primo posto delle città italiane per gli alti livelli di competenza in matematica e nelle scienze. Mentre in un'ideale classifica più si scende al Sud e alle isole e più le prestazioni diminuiscono. Questi risultati dimostrano la spaccatura dell'Italia, considerato il grande divario di punteggio tra le regioni e le province e il dato complessivo nazionale.

Differenze altrettanto marcate si ritrovano tra i diversi tipi di istruzione secondaria superiore. I licei hanno un punteggio medio di 503 sulla scala complessiva della matematica, gli istituti tecnici un punteggio di 472 e quelli professionali un punteggio di 408, con quasi 100 punti di differenza rispetto al liceo. Inoltre, il 58% degli studenti di istituti professionali non supera il livello 1 della scala complessiva di competenza matematica, contro il 27% degli studenti degli istituti tecnici e il 18% di quelli dei licei.
 

I laureati

Le difficoltà di apprendimento per le materie scientifiche nelle scuole si riflette anche sul calo di iscritti alle facoltà scientifiche. Un fenomeno che tra l'altro rischia di ritorcersi contro la scuola stessa: alcuni studi dell'Ocse hanno prospettato scenari drammatici in cui la mancanza di un numero adeguato di insegnanti di qualità per la discipline scientifiche può diventare un fattore di crisi della scuola. Nell'anno accademico relativo all'ultima indagine Ocse , le facoltà che fanno la parte del leone nel reclutamento di nuovi iscritti sono Lettere e Filosofia (con 54 mila iscritti e passa), Economia (44.500), Ingegneria (38 mila), Giurisprudenza (36 mila).

La facoltà di Scienze (dove sono collocati i corsi di laurea di fisica, chimica, biologia, matematica) raggiunge soltanto la metà (27 mila) degli iscritti di Lettere. Cifre bassissime raccolgono poi tutte le rimanenti Facoltà scientifiche. Solo Ingegneria, la più applicativo-professionale fra le tecnico-scientifiche, continua ad avere una discreta capacità di attrazione. Né devono essere scambiati per un rovesciamento del trend i contenuti aumenti di iscritti alle Facoltà scientifiche con la laurea triennale. La riforma ha scatenato un boom generalizzato di iscrizioni dovuto alla diffusione dell'idea secondo cui gli studi sarebbero oggi più facili di prima.