Dislessico bocciato
è promosso dal Consiglio di Stato.
da
Tuttoscuola, 29 novembre 2006
Gli insegnanti lo avevano bocciato non
tenendo conto della diagnosi di dislessia e delle sue difficoltà, non
applicando le misure dispensative e non utilizzando gli strumenti
compensativi idonei al raggiungimento formativo, come suggeriscono le
circolari ministeriali.
I genitori del ragazzo dislessico hanno presentato ricorso prima al
Tar e poi al Consiglio di Stato che, alla fine ha accolto l'appello,
sospendendo la decisione degli insegnanti e ammettendo lo studente
alla classe successiva. I genitori stanno ora valutando se promuovere
una causa civile per chiedere ai professori il risarcimento dei danni.
La sentenza afferma il principio, nuovo per molti insegnanti, che le
DSA (difficoltà specifiche di apprendimento) derivanti dalla dislessia,
disgrazia o discalculia, non possono essere motivi di esclusione dal
conseguimento dei normali obiettivi di apprendimento, ma, anzi, devono
essere affrontati con le opportune tecniche compensative (comprendenti
anche l’uso delle tecnologie informatiche e degli strumenti di
apprendimento alternativi) nonché delle misure dispensative (da alcune
prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da
apprendere), oppure la possibilità di fruire di tempi più lunghi di
esecuzione.
Tecniche compensative, misure dispensative e tempi adeguati, compresi
recentemente in un disegno di legge (n. 1169), approvato nei giorni
scorsi dal Senato con votazione pressoché unanime, diventeranno presto
necessariamente più familiari per gli insegnanti italiani, dato che
quasi certamente dal prossimo anno scolastico la nuova legge sarà in
vigore.
Il testo "riconosce la dislessia, la
disgrafia/disortografia e la discalculia, denominate DSA, quali
difficoltà specifiche di apprendimento, che si manifestano in presenza
di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e
di deficit sensoriali.
Le DSA non rientrano, eccetto casi particolari, nelle categorie
dell’handicap".