Ecco perché sulla scuola
la finanziaria deve cambiare.
di Salvatore Nocera,da
Educazione & Scuola del
6/11/2006
BOLOGNA - L'articolo
66 (comma 1 lett. "a") della proposta di legge finanziaria per
il 2007 stabilisce che. "nel rispetto della normativa vigente" il
numero degli alunni per classe dovrà aumentare mediamente dello 0,4%.
Nell'espressione "rispetto della normativa vigente" dovrebbe
intendersi "ivi compreso il decreto
ministeriale n. 141/99", che fissa a
25 il numero
massimo degli alunni nelle classi dove è presente un alunno con
disabilità certificata ed a 20
quello massimo nelle classi frequentate da più di un alunno con
disabilità certificata (la Fish ha sempre sostenuto un massimo di due
per garantire la qualità dell'integrazione scolastica). Per evitare
interpretazioni pericolose la Fish aveva proposto un emendamento che
non è stato nei fatti presentato da nessuno dei parlamentari. Mi
domando: ciò è avvenuto perché ritenuto pleonastico, data
l'espressione "nel rispetto della normativa vigente , ivi compreso
quindi anche il
decreto ministeriale n. 141/99? E se per " normativa vigente
"il Ministero dell'Economia volesse intendere solo quella legislativa
e non anche quella secondaria amministrativa?
In tal caso i problemi per l'integrazione scolastica diverrebbero
insormontabili e il
decreto ministeriale n. 141/99 verrebbe abrogato. Se si
sfondano quei limiti avremo classi con alunni disabili più affollate.
Ciò determinerà una minore o mancata presa in carico del progetto di
integrazione scolastica da parte dei docenti che attualmente, salvo
rare eccezioni, è già assai bassa. A seguito di ciò i genitori
chiederanno con maggiore insistenza l'aumento del numero di ore di
sostegno, cercando di ottenere di più e in caso di diniego
dell'amministrazione ricorreranno sempre più frequentemente ai
tribunali che già, in questi ultimi due anni, hanno dato il massimo
delle ore in oltre 400
casi con sentenza che condanna l'amministrazione al risarcimento anche
dei danni esistenziali. In più di un caso le sentenze hanno stabilito
un numero di ore di sostegno "per tutta la durata dell'orario
scolastico". Così nelle scuole a tempo pieno ed in quelle di scuola
secondaria di secondo grado si sono avute sentenze che condannano
l'amministrazione a fornire sino a 40 ore settimanali di sostegno. E'
questo il risparmio che si vuole realizzare con la finanziaria? Siamo
convinti che bisogna evitare gli sprechi, quali ad esempio classi
piccole con tutte le ore possibili di sostegno, dove basterebbero meno
ore solo se i docenti di classe si occupassero veramente degli alunni
con disabilità.
Se l'intento dell'amministrazione fosse quello di rispettare solo
formalmente questo decreto per le classi con un massimo di 20 alunni,
potrebbe essere tentata a concentrare in ciascuna di esse molti alunni
con disabilità certificata, vanificando per altro verso lo spirito e
le buone prassi dell'integrazione. Si dice che la norma della proposta
di legge finanziaria sia dettata dalla necessità di adeguare il
rapporto della scuola italiana, che è pari a circa un docente ogni 9
alunni comunque frequentanti, a quello della media europea che è pari
a circa uno a 11. Sull'Unità del 31 ottobre il viceministro della
Pubblica istruzione Mariangela Bastico riporta dati diversi: in Italia
un docente ogni 14 alunni, mentre in Europa un docente ogni 11. Ma
finalmente il viceministro Bastico chiarisce anche ciò che nessuno,
tranne la Fish, aveva precisato e cioè che
in Italia il rapporto è più costoso, perché
qui abbiamo da oltre trent'anni realizzato l'integrazione scolastica
generalizzata degli alunni con disabilità nelle classi comuni, per i
quali abbiamo un rapporto di un docente specializzato per il sostegno
mediamente ogni 1,87 alunni disabili certificati.
In Europa questi alunni fanno un
percorso educativo separato in classi speciali che costano ben di più
di un docente ogni 1,87. Inoltre in
Italia abbiamo realizzato la scuola a tempo pieno ed a tempo
prolungato che certamente richiede un maggior numero di docenti per
contrastare lo stato di disagio di alunni con difficoltà di
apprendimento non riconducibili a
situazioni di disabilità certificata.
In Europa le spese per gli alunni con disabilità e la scuola a tempo
pieno vengono contabilizzate in bilancio come "spese sociali", mentre
in Italia come " spese per la pubblica istruzione". Se, anche in
Europa, tali spese venissero contabilizzate nel bilancio della
pubblica istruzione, il rapporto di un docente ogni 11 alunni si
porterebbe assai vicino a quello italiano di uno ad 11. Per questo la
Fish insiste perché il decreto ministeriale n. 141/99 sul numero
massimo di alunni nelle classi frequentate da alunni con disabilità
rimanga in vigore. Neppure il governo Berlusconi ebbe il coraggio di
abrogare tale decreto!
Salvatore Nocera
vicepresidente Fish e responsabile del settore giuridico
dell'osservatorio dell´Aipd sull'integrazione scolastica