Milano, il magistrato ha bloccato la diffusione
su Google. Caccia ai protagonisti dell'aggressione

Botte al down nel video su Internet
sequestrato il film della vergogna.

Insulti e saluti nazi a scuola. Le immagini erano tra le più cliccate

Ferruccio Sansa,  la Repubblica del 12/11/2006

 

MILANO - "Video divertenti". Bastava cliccare su questo link per vedere un filmato di 3 minuti e 11 secondi che testimonia la tortura di un ragazzo down da parte dei compagni di classe. Chissà come sono finiti proprio nella sezione "video divertenti" quei 191 secondi in cui i ragazzi sbeffeggiano il compagno, lo prendono a sberle e calci, gli lanciano addosso dei libri. Il tutto condito da scritte e saluti nazisti. Immagini che evidentemente interessavano a molti, se il video è arrivato al ventinovesimo posto tra i più scaricati su Google.

La storia giunge tre giorni fa sul tavolo del pm milanese Corrado Carnevali e la procura decide di intervenire subito. È scritto nella querela presentata dall'associazione Vividown: "In pochi secondi e con estrema facilità ho rintracciato e scaricato il filmato. Per risalire all'indirizzo internet basta entrare nel sito www. video. google. it e cliccare "video divertenti", le prime immagini della schermata sono quelle in questione". Ora le indagini sono cominciate. Obiettivo: identificare il ragazzo che picchia il giovane down e il regista del film. Ma l'associazione Vividown ha denunciato anche Google: "Vista la capacità di diffusione - scrive l'avvocato Guido Camera - è evidente che attento e consapevole deve essere il controllo dei video che possono essere scaricati dal sito".

Il video, però, è rimasto pochi giorni a disposizione degli amatori, perché ieri cliccando all'indirizzo si scopriva che "è stato rimosso", per iniziativa della Procura che ha disposto il sequestro o per decisione autonoma di Google. Ma le immagini erano già state scaricate da centinaia di persone (e sono state acquisite agli atti).

"Play", basta schiacciare il pulsante del computer e comincia lo strazio. Scena: una classe di una scuola superiore italiana, gli studenti avranno diciassette, diciotto anni. Il professore, ovviamente, non c'è. Ed ecco che entra lui, il povero protagonista, un ragazzone robusto (lo chiameremo Mario), lo sguardo spaesato dietro occhiali spessi. Una compagna lo introduce nell'aula come si fa con un toro nell'arena: "Fallo entrare", urlano tutti.

Mario viene condotto al centro della classe, messo di spalle per mostrare il sedere, i pantaloni sporchi: "Dio p..., come è sporco, si è cag... addosso". Mario ascolta, sorride perfino, forse per abitudine o perché gli fa piacere ricevere un minimo di attenzione. Ma presto dalle parole si passa ai fatti: arriva l'altro protagonista del video, il cattivo. È un ragazzo magrolino, gel nei capelli, occhi perennemente sgranati. Parte la prima sberla sulla pancia di Mario, poi una spinta, un colpo in faccia e Mario fa per reagire. "Come ti permetti?", gli urlano, sembra impossibile che abbia il diritto di reagire. E giù un calcio per rimetterlo in riga.

Il regista con la telecamera intanto riprende la classe. C'è una ragazza che continua a scrivere, sulla faccia ha un'espressione che sembra più una smorfia che un sorriso. In fondo un altro compagno tiene gli occhi puntati sul libro, come per non vedere la scena, per non vedere nemmeno se stesso in quella classe. Ma gli altri, tutti, partecipano. C'è chi si avvicina alla lavagna e scrive: "Sensibilizziamo culi diversi", poi aggiunge un "SS" tanto per chiarire. C'è una ragazzina, la belloccia della classe, che si sventola un giornale davanti al naso: "Se l'è fatta addosso". Ecco di nuovo il "cattivo" che si lancia in un saluto nazista, poi finge di telefonare: "Salve, siamo di Vividown, un nostro mongolo si è cag... addosso e mo' non sappiamo che fare perché l'odore ci è entrato nelle narici".

Ma è il momento del numero clou: il lancio. Mario è solo davanti alla lavagna, solo contro tutti con la sua maglietta di un arancione eccessivo, con gli occhialoni. E i compagni cominciano: "Vai con il lancio". Parte un libro e colpisce in pieno Mario. E il regista: "Aspetta, rifatelo, non è venuto". E allora si ripete, finché Mario perde gli occhiali e d'un tratto capisce, fa per piangere, cerca di difendersi. Ma lui non può: "Cretino, buuhhh", urla la classe.

Possibile che si tratti di una finzione, di uno scherzo? Difficile, e comunque non cambierebbe molto. Chi ha cliccato centinaia di volte non lo sapeva.