Un fenomeno allarmante: la violenza sui minori.

da Tuttoscuola, 27 novembre 2006

 

Le cronache riportano con sempre maggiore frequenza comportamenti devianti di giovanissimi ed un peggioramento della condizione di vita dei soggetti in età evolutiva. Storie di violenze fisiche, sessuali, botte, angherie coinvolgono sempre di più minori. Le vittime, umiliate, spesso sono restie a parlarne.

Quasi tutti i minori, specialmente le ragazze, che subiscono violenze fisiche e sessuali spesso si trovano in condizioni sfavorevoli per difendersi perché la situazione di violenza perdura nel tempo. I più esposti al rischio sono coloro che nel gruppo sono rifiutati o emarginati o non hanno amici.

La maggior parte delle prepotenze e delle violenze sfuggono agli insegnanti perché i fatti in molti casi hanno origine nella scuola ma si compiono in luoghi non controllati da loro.

Tutti sorpresi si interrogano, si domandano come mai nella scuola si moltiplicano le violenze ed i sopprusi, come può accadere che ragazzi 14enni-16enni siano così aggressivi e violenti. Il problema non si risolve attribuendone la colpa alla scuola, che comunque è chiamata ad una maggiore consapevolezza della gravità della realtà. Tutti siamo chiamati a confrontarci con nuovi dubbi e timori.

Non si può guardare rassegnati a questa tendenza. Come invertire la rotta? Una cultura popolare, nutrita dal cinismo, da immagini di brutalità, di violenza, come dice Marco Lodoli (La Repubblica del 17 novembre 2006) "...avvelena la mente, eccita a dismisura i desideri, accelera i tempi fino alla frenesia, cancella ogni impazienza, esalta sempre e comunque una trasgressione senza scopi". La scuola appare davanti "agli occhi dello studente stravolto come una perdita di tempo, dove si imparano cose inutili... la scuola sembra il contrario della bella vita".