Cepu&Co, la laurea a peso d’oro.
Massimo Franchi da
l'Unità
del 24/11/2006
Esami come se piovesse, esami un euro, esami
gratis, undici esami in dodici mesi. Passati i tempi di Vieri e Del
Piero, Cepu e le sue concorrenti si sono date alle promozioni. Le
pubblicità inondano le città perché il mercato della “preparazione
universitaria” in Italia tira come non mai: quasi ventimila studenti
in difficoltà con “Procedura penale” o “Analisi 3” affidano il
superamento di questi scogli per arrivare alla laurea alle mirabolanti
profezie della pubblicità. I messaggi però sono sempre e comunque
specchietti per le allodole perché per passare gli esami in realtà
servono soldi, tanti soldi. Altro che esami gratis.
«ESAMI A UN EURO»
si legge sui manifesti pubblicitari. A volte sono pacchetti invitanti:
«11 esami in 12 mesi». In realtà costano molto. Un affare che ha
moltiplicato le offerte. La Cepu non è più in monopolio, ma i prezzi
restano alti: cinque esami a giurisprudenza costano quasi 11mila euro
Il tariffario per la preparazione all’esame dipende dalla facoltà di
solito divise in tre fasce: quelle umanistico-letterarie e
giurisprudenza sono le meno costose, Economia e psicologia stanno nel
mezzo, Ingegneria e le scientifiche costano anche il 25 per cento in
più ad esame. Passati i tempi del monopolio, la concorrenza è in buona
sostanza fatta da persone che hanno lavorato alla Cepu e che si sono
accorti dei costi proibitivi richiesti agli studenti, intravvedendo un
mercato potenziale. Messisi in proprio, hanno dato vita a società
concorrenti che appunto basano la loro proposta su pacchetti
promozionali, costringendo anche la capofila del mercato della
preparazione universitaria ad adeguarsi.
PACCHETTI O “PACCHI”?
Abbiamo comparato le tre maggiori aziende: la capolista Cepu che segue
11 mila studenti in tutta Italia e le due principali concorrenti (in
crescita e si capirà perché): Universitalia (presente in 12 regioni
con una ventina di sedi totali) ed Eurolaurea (sette centri fra Lazio
e Campania). Per paragonare le offerte abbiamo preso il pacchetto più
richiesto e conveniente: cinque esami di giurisprudenza. I prezzi sono
da capogiro. Eurolaurea chiede 5.100 euro; 5.500 a Universitalia;
10.861 euro a Cepu. Le cose cambiano leggermente con le promozioni (2
esami gratis a Eurolaurea), uno (ma in qualche caso due) a
Universitalia. Nessuno in più alla Cepu che però offre 12 mesi di
lezioni due volte alla settimana per 8940 euro. Costi proibitivi per
la gran parte degli studenti che già sono alle prese con tasse annuali
ben oltre i mille euro. Prezzi che a giudicare dalla sedi
centralissime e sfarzose non scoraggiano gli studenti che faticano a
laurearsi e chiedono aiuto a tutor privati. A Roma la sede della Cepu
è a due passi da piazza San Giovanni in un palazzo lussuoso pieno di
quadri alle pareti, stanze ampie con pavimenti in marmo, bar e ogni
comfort.
SCARFACE
La differenza di prezzo sta tutta lì perché invece le sedi di
Eurolaurea e Universitalia sono molto più spartane, le “aule” sono
delle vere e proprie cellette di pochi metri quadri con un tavolo e
due sedie. Le stanze in cui avvengono le lezioni vis a vis fra tutor e
studenti sono invece rigorosamente off-limits, la privacy degli
studenti è sacra, anche perché spesso ci si vergogna di farsi
riconoscere come studenti Cepu e compagnia. «Essere etichettati come
studenti Cepu ti marchia sia con i professori che con gli altri
studenti - ammette più di un loro “cliente” -. Meglio non dirlo e fare
finta di aver studiato da soli».
PROMOSSI
Su un dato tutte le società sono d’accordo: «il tasso di superamento
dell’esame è del 98 per cento». Quel 2 per cento di insuccessi può
essere dovuto solo a «sfortuna», «antipatia del professore» e tutte le
aziende sono disponibili a garantire gratuitamente una nuova prova.
Anche il sistema di preparazione è uguale. Lezioni bisettimanali di
due ore ciascuno con un tutor personale e la promessa di «conoscere
perfettamente il docente che terrà l’esame», «quali sono i testi vanno
studiati meglio e quali si può solo leggere», «le domande che farà
all’esame».
Cepu
e solo Cepu però offre anche di più. Nella brochure che consegna ad
ogni nuovo possibile cliente a pagina 5 si dà ampio rilievo al
«questionario Mqs che permette di rilevare gli aspetti cognitivi,
metacognitivi ed emotivo - motivazionali coinvolti nei processi di
apprendimento». Grande rilievo si dà al fatto «il questionario è
frutto di una collaborazione tra Cepu e il professor Cesare Cornoldi e
la professoressa Rossana De Beni, docenti della facoltà di psicologia
dell’Università di Padova, il più qualificato gruppo di ricerca nel
settore degli studi e della ricerca sulla didattica metacognitiva e
motivazionale, è uno strumento d’indagine atto a fornire
autoconsapevolezza circa le specifiche modalità di apprendimento di
ogni nostro allievo». Un questionario di cui ci si vanta e che serve
anche «a selezionare i tutor - spiegano alla Cepu - scegliendo solo
coloro che risultano in grado di portare avanti il nostro metodo di
apprendimento». Una collaborazione importante sulla quale però il
preside della Facoltà di psicologia di Padova, Renzo Vianello, prende
decisamente le distanze dai suoi colleghi. «Sapevo della loro
collaborazione con la Cepu ai professori però ho ricordato che una
loro autonoma attività che non ha nessun rapporto con l’Università di
Padova. È una cosa delicata - si schernisce il professor Vianello -
perché collaborare con chi esplica un’attività di tutoraggio che la
nostra stessa porta avanti è un po’ un controsenso. Preferirei che non
lo avessero fatto».
LA RIFORMA, CHE AFFARE
Il “business” fino a qualche mese fa era un
altro. «Laureare l’esperienza» lo slogan, sfruttando la riforma
Moratti che con il decreto legislativo 509 del 1999, “regalava” decine
e decine di crediti a chi lavorava, facendo diventare un gioco da
ragazzi il laurearsi. Cepu e confratelle hanno sfruttato la
possibilità contattando direttamente migliaia di laureati lavoratori
promettendogli di avere una seconda laurea con pochi esami. Cepu aveva
istituito un servizio di consulenza per quest’area specifica che
valutava ogni singolo caso, riorganizzava il curriculum
esperienze/studi e informava su quale università era più di manica
larga per quella particolare figura lavorativa, che poteva andare dai
ragionieri ai geometri, dai bancari agli impiegati pubblici e privati,
dai periti agli assicuratori, dai promotori finanziari ai giornalisti,
dagli infermieri ai militari. Poi è arrivato il decreto del ministro
dell’Università Mussi che a settembre ha fermato le lauree facili
(c’erano facoltà che concedevano 180 crediti su 180, «uno scandalo»,
dice il ministro). Nel testo si prevede che il limite dei crediti
formativi riconoscibili per le conoscenze e le abilità professionali,
ai fini della laurea triennale o magistrale, è rispettivamente di 60 e
40, pari a due terzi dei crediti previsti in un anno di corso di
laurea. Tagliata l’erba sotto i piedi, le società di preparazione
universitaria hanno ripiegato su altre promozioni.