Quando è il giudice a fare amministrazione.

da Tuttoscuola del 26 marzo 2006

 

Quello sulla valutazione delle religione cattolica non è il primo stop imposto dalla giustizia amministrativa al Miur negli ultimi anni.

A puro titolo di esempio ricordiamo, tra gli altri, la decisione del Consiglio di Stato sulla errata attribuzione dei punteggi maturati dagli aspiranti all’inclusione nelle graduatorie permanenti, che tanto negativamente influì sul funzionamento dell’amministrazione e della scuola; la decisione sempre del Consiglio di Stato che pose fine al lungo braccio di ferro tra Miur, IBM ed EDS, imponendo la riconvocazione della Commissione per "sanare" le "lacune" delle procedure di gara; fino alle citate sospensive del 2 febbraio e del 16 marzo scorso del Tar Lazio relative alla illegittimità della parte del portfolio riferita alla valutazione dell’insegnamento della religione cattolica.

E a breve potrebbe esserci un altro stop, a seguito del ricorso giurisdizionale per motivi di legittimità che sarà presentato nei prossimi giorni dalle Regioni contro il decreto del Miur di promozione del progetto di sperimentazione e dei provvedimenti presupposti.

Quali le possibili conseguenze di questi fatti? L’incertezza dell’azione amministrativa, che documenta un deficit nella costruzione dei processi decisionali, fa crescere il disorientamento delle famiglie, la delusione del personale scolastico, la preoccupazione dei sindacati che progressivamente hanno assunto atteggiamenti sempre più critici.