4,5 milioni di schede di valutazione

 da buttare al macero?

da TuttoscuolaNews N. 237, 20/3/2006

 

Circa 163 mila alunni di scuola primaria (di cui 156 mila nella scuola statale) non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica (6%), mentre 2.573.000 (il 94%) se ne avvalgono.

Nella scuola secondaria di I grado la percentuale di studenti che si avvale di quell'insegnamento à un po’ più ridotta: l'88,6%, corrispondente a poco più di 1,5 milioni di studenti.

Complessivamente tra statale e non statale nelle scuole del primo ciclo ci sono oltre 4.135.000 alunni che si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica e altri 365 mila contrari, per un totale di 4,5 milioni di alunni.

Fino allo scorso anno, in base all'art. 309 del Testo Unico sulle norme in materia di istruzione, la valutazione della religione cattolica per quei 4 milioni e più di alunni à stata stesa su una nota separata da consegnare alle famiglie unitamente al documento di valutazione.

Ovviamente per gli altri 365 mila non veniva prevista alcuna valutazione aggiuntiva.
Il Miur ha ritenuto quelle norma dell'art. 309 superata, e con la circolare 84/2005 ha previsto che la valutazione della religione o dell'attività alternativa sia inclusa nel documento di valutazione.

Il Tar ha sospeso a febbraio quella decisione su ricorso di un gruppo di genitori facenti parte della minoranza e, visto che, forse, molte scuole sono state lasciate libere di decidere sul da farsi, il Tar ha ribadito, su ricorso della Cgil-scuola, l'obbligo della valutazione su nota separata nei confronti dei 4 e passa milioni di alunni (a cui probabilmente la valutazione della religione andava bene anche non separata dal resto della valutazione).

In vista della fine dell'anno scolastico le scuole dovranno quindi conformarsi a quella decisione.

È difficile sapere quante scuole si sono adeguate immediatamente all'ordinanza di febbraio, ma comunque a giugno dovranno tutte provvedere, mandando al macero 4,5 milioni di schede oppure correggendole una per una e provvedendo a predisporre più di 4 milioni di note separate.

A meno che la sentenza definitiva sul giudizio di merito esca dal Tar prima e dia ragione al Miur.