legambiente scuola news

N. 47, Marzo 2006

 

da Legambiente del 22/3/2006

 

Indice

  1. Ecosistema scuola: sempre peggio

  2. Portfolio: ancora una bocciatura

  3. MODI URBANI. Conflitti, culture, qualità: la città educa?

  4. Agenda

 

1. Ecosistema scuola: sempre peggio

Sempre peggio. Solo 1 scuola su 4 ha il certificato di prevenzione incendi; 2 su 3 hanno la certificazione statica e igienica; 1 istituto su 4 non ha la porta antincendi, mentre la scala di sicurezza ce l’ha solo 1 scuola su 2. Non solo. Non ci sono neanche i soldi. Il governo ha stanziato per l’edilizia scolastica meno di 462 milioni di euro in tutta la legislatura. Così, tra proroghe e riduzione delle risorse per gli enti locali, non è possibile registrare nell’ultimo quinquennio nessun cambiamento significativo della qualità e della sicurezza delle scuole d’Italia. Positivo invece il trend degli interventi sulla tipologia dei consumi: il risparmio energetico versione soft e il biologico nelle mense scolastiche.

Sono i dati che emergono da Ecosistema Scuola 2006, l’indagine annuale di Legambiente sullo stato di salute dell’edilizia scolastica italiana. Una ricerca, giunta all’ottavo anno, che valuta i dati forniti dai 103 comuni capoluogo di provincia sullo stato delle scuole dell’obbligo in base a 59 parametri diversi, dalle condizioni strutturali degli edifici, alla loro esposizione al rischio sismico, all’inquinamento industriale, alla diffusione del biologico nell’alimentazione scolastica, fino agli spazi verdi. E per il secondo anno, l’indagine riguarda anche le scuole superiori, grazie alle informazioni fornite dalle Province.

Ad aprire la graduatoria di Legambiente sono Prato, Macerata, Forlì (sul podio per il terzo anno consecutivo), Livorno e Asti. Una squadra (seguita da Siena, Biella, Pordenone e L’Aquila) che conferma come le prime della classe siano tutte città medio piccole del centro nord. Tant’è che la prima città meridionale è Cosenza, al 19° posto.

Una netta distinzione tra nord e sud è tuttavia impossibile: agli ultimi posti, oltre a Crotone e Catania si piazzano anche Viterbo e Pavia, nonché Bologna. Il panorama, insomma, è a dir poco eterogeneo e ripropone immutata la difficoltà delle metropoli e delle grandi città a pianificare interventi e a monitorare la situazione. Unica eccezione Roma, al 17° posto in graduatoria e prima tra le metropoli.

Nessuno pretende che le scuole cambino d’abito dall’oggi al domani  ma la situazione generale degli edifici, costretti in condizioni davvero precarie, è rimasta pressoché la stessa da tre anni a questa parte. Quasi non cambiano i numeri di quelli che necessitano di interventi di manutenzione urgente (32,27%) o che hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni (53,84%).

Nessun progresso rilevante sul fronte della sicurezza. Se crescono infatti gli istituti che si sono dotati di porte antipanico (74,24%) e quelli che hanno ottenuto la certificazione di agibilità statica (63,35%) e igienico-sanitaria (62,09%), rimane invariata la percentuale di scuole che hanno ottenuto il certificato di prevenzione incendi (26,56%) e sono più della metà quelle che non hanno scale di sicurezza (ne sono dotate il 48,20%). Un dato allarmante è poi il brusco calo d’attenzione delle amministrazioni comunali riguardo ai monitoraggi dell’amianto, testimoniato dalla diminuzione delle certificazioni dopo l’individuazione dei casi sospetti (dal 16,38% del 2005 al 10,28% del 2006). Arezzo e La Spezia, dove le scuole sono tutte a sospetto amianto, sono gli esempi più evidenti della tendenza a non procedere alle bonifiche nonostante l’individuazione del rischio. In controtendenza Torino che certifica il 49% con conseguente bonifica del 16% e Reggio Emilia che ne certifica il 69% e ne bonifica il 34,6%. Lento ma positivo invece l’interesse nel certificare e bonificare il radon.

Sempre troppo alto il numero di edifici privi di strutture sportive (21,51%), subiscono una leggera flessione le aree verdi nelle scuole (74,52%). Rimane poco adottato dai comuni il servizio scuolabus (34,09%), ma numeri incoraggianti si registrano sul fronte di altre pratiche ecocompatibili. E’ boom per i pasti biologici un po’ in tutta Italia (con il raddoppio della percentuale dei pasti interamente bio che passa dal 3,14% del rapporto 2005 all’ 8,05% di quello 2006, mentre si attestano sull’88,73% quelli parzialmente bio) e per l’illuminazione a basso consumo (50,59%). Cresce, anche se più lentamente, l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Aumenta la raccolta differenziata, soprattutto di plastica (37,45%) e di carta (58,13%), ma anche di toner (27,24%), pile (28,14) e alluminio (19,9%): una pratica sempre più consolidata nelle città del centronord e di cui si registra l’incremento anche al sud, a cominciare da Napoli e Palermo.

Tornando alla graduatoria generale delle scuole di base di Ecosistema Urbano 2006, vale la pena sottolineare come le grandi città occupino la fascia più bassa, con Bologna a chiudere la graduatoria in 81ª posizione.  Va sottolineata la grande assenza di Milano, Venezia e Trieste che non forniscono i dati. Manifestano il loro completo disinteresse all’argomento anche Reggio Calabria, Brindisi, Ascoli, Belluno e Taranto mentre Genova invia dati incompleti.

Qualche considerazione di merito va aggiunta per la cinquina del podio. Prato è in testa grazie alle buone pratiche messe in campo, dalla raccolta differenziata (70% per l’organico e 38% per le pile usate) alle certificazioni di agibilità statica, igienico-sanitaria e alla sicurezza degli impianti elettrici. Il 95% delle scuole offre pasti interamente biologici. Il comune si impegna inoltre, nonostante i tagli agli enti locali, a rendere migliori gli edifici scolastici sottoponendo negli ultimi cinque anni il 90% delle scuole ad azioni di manutenzione straordinaria. Macerata ha l’88% delle scuole nate proprio come edifici scolastici e non con altra destinazione d’uso. Tutte sono dotate di agibilità igienico-sanitaria e hanno porte antipanico e scale di sicurezza e differenziano i rifiuti. Il 77% è servito da scuolabus e il 94% ha aree verdi per giocare o fare sport. Raccolta differenziata, aree verdi in tutte le scuole e pasti parzialmente bio è la situazione che presenta Forlì, dove compaiono anche i pannelli fotovoltaici. Il comune ha impiegato risorse finanziarie per interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi cinque anni nel 63% delle scuole. A Livorno, il 26% delle scuole utilizza fonti d’illuminazione a basso consumo, tutte sono dotate di certificazione per agibilità statica, igienico-sanitaria e prevenzione incendi, il 96% ha aree verdi. Chiude il quintetto Asti dove i ragazzi possono usufruire di scuolabus e le scuole hanno impianti elettrici a norma, porte antipanico, certificati di agibilità igienico-sanitaria e differenziano per l’82% ogni tipo di materiale.

Tutto il dossier è consultabile nel sito http://www.legambiente.com.

 

2. Portfolio: ancora una bocciatura

Dal TAR del Lazio arriva un’altra bocciatura per il portfolio. Dopo lo stop imposto dalle precedenti sentenze del 2 febbraio scorso il Ministro Moratti ha fatto emanare la nota prot. n, 1196 del 9 febbraio che nella sostanza aggira le indicazioni di quanto indicato dal TAR: adeguamento alla normativa della privacy e non inserimento nella scheda, nella parte delle discipline obbligatorie, della valutazione dell’insegnamento della religione. In essa il Ministro fa sapere alle scuole che l’ordinanza del TAR non sospende il portfolio e le linee guida e che per l’insegnamento della religione cattolica “le istituzioni scolastiche, per il corrente anno, potranno continuare a redigere, per gli alunni che si avvalgono di tale insegnamento, la speciale nota prevista dall’art. 309 del Testo Unico di cui al decreto n. 297/1994”. E’ stata proprio l’ambiguità di questa frase (vedi Legambiente Scuola News n. 46) che ha indotto la Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC-CGIL) a presentare un ricorso al TAR che, con l’ordinanza n. 801 del 16 marzo ha sospeso anche questo secondo documento e fa sapere che “la precedente ordinanza di questo Tribunale ha valenza erga omnes anche per quanto attiene all’insegnamento della religione… che la nota utilizza una formula ambigua che consentirebbe di vanificare l’ordine di questo Giudice; che pertanto deve essere chiarito come il riferimento all’art. 309 del T.U. non consenta di ritenere che si possa continuare a redigere la parte del portfolio relativa alla religione, già sospesa da questo tribunale”.

Le forzature illegittime del Ministro per l’applicazione del portfolio trovano sulla loro strada le bocciature del TAR. Ora le scuole hanno diritto, con un messaggio chiaro e “legittimo” di essere tolte dalla confusione in cui sono state messe!

 

3. MODI URBANI. Conflitti, culture, qualità: la città educa?

E’ il titolo del convegno che si terrà a Perugia il 21 e 22 aprile 2006 nel Palazzo dei Priori, Sala dei Notari, Promosso da Legambiente, Movimento Cooperativo Educativo, Regione Umbria e Comune di Perugia.

La città educa o diseduca? Domanda, in parte retorica. La città, di per sé, è un ambiente educativo.

Il problema è: che cosa trasmette attraverso la sua struttura, i suoi funzionamenti, i suoi servizi alle persone che la abitano? Che cosa insegna, quali valori promuove, quali comportamenti stimola soprattutto nelle giovani generazioni? Ed ancora, in quale contesto opera la scuola, ovvero di quale città ha bisogno la scuola per operare al meglio, e, di converso, di quale scuola ha bisogno la città?

Esiste un comune orizzonte educativo che, con responsabilità e competenze diverse, accomuna tanti soggetti e pone domande a cui va cercata una risposta sistemica.

“Brucio quindi esisto” sembravano voler dire i giovani francesi che hanno recentemente incendiato le banlieu. E sono in molti a sottolineare che si tratta di una grande questione educativa oltre che di una questione sociale, economica, urbanistica. E d’altro canto: quali strutture urbane, quali servizi, quale cultura dell’amministrazione possono promuovere coesione sociale, inclusione, senso di appartenenza?

La valenza educativa della città, la qualità ambientale e quella delle relazioni umane, sono prospettive credibili solo se vi sono coinvolti i diversi attori sociali: quali le pratiche di una partecipazione effettiva alla progettazione urbana che coinvolga tutti i cittadini, a partire dai bambini e dalle bambine?

Il convegno nasce da questi interrogativi e propone un confronto tra i diversi soggetti che abitano la città per cercare una chiave di lettura utile, per individuare un percorso di lavoro con cui misurarsi nel prossimo futuro.

Per consultare il programma e scaricare la scheda di adesione: http://www.legambiente.com in scuola e formazione.

 

4. Agenda

Domenica 23 Aprile 2006

100 Strade per Giocare. Liberi di giocare, liberi di respirare

Quante volte abbiamo sentito la necessità di riappropriarci della nostra città, di passeggiare liberi dall'assedio maleodorante ed assordante di traffico e smog... 100 Strade per Giocare è l'iniziativa di Legambiente che almeno per un giorno in primavera anima piazze e strade chiuse al traffico per l'occasione con giochi, artisti, musica, mostre, laboratori e spettacoli teatrali, una grande festa organizzata dai volontari dei Circoli e delle Bande del Cigno per sensibilizzare cittadini e amministrazioni locali sui problemi di inquinamento dei nostri centri urbani.

Il 23 Aprile l'invito a partecipare a 100 Strade per Giocare è rivolto a tutti, grandi e piccoli, a piedi o in bicicletta, sui pattini o in passeggino per vivere la città in modo diverso, riscoprirne il fascino e migliorarne l'aspetto e la vivibilità.

Per saperne di più:

Legambiente Ragazzi tel. 06 86268352  e-mail ragazzi@mail.legambiente.com

 

 

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