Lo
ha affermato di nuovo il Tar Lazio.
Il voto di religione fuori dal portfolio.
da ItaliaOggi del
21/3/2006
Il
giudizio sul profitto relativo alla religione cattolica non va nel
portfolio. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, accogliendo un'istanza
cautelare presentata dalla federazione lavoratori dell conoscenza
della Cgil (1502/06, depositata il 16 marzo scorso).
Il ricorso è stato presentato per impugnare una nota del ministero
dell'istruzione, con la quale l'amministrazione centrale aveva dato
attuazione a una precedente ordinanza dello stesso Tar (n.
1196 del 9 febbraio 2006). Secondo il giudice amministrativo,
la nota impugnata "utilizza una
formula ambigua che consentirebbe di vanificare l'ordine di questo
giudice (il Tar Lazio, ndr);
che, pertanto",
recita l'ordinanza, "deve essere
chiarito come il riferimento all'art. 309 del Testo unico non consenta
di ritenere che si possa continuare a redigere la parte del portfolio
relativa alla religione, già sospesa da questo tribunale".
Insomma, l'amministrazione scolastica ha sbagliato nel dare attuazione
all'ordinanza precedente.
E ora dovrà spiegare alle scuole che il giudizio di religione deve
essere annotato in una scheda a parte. Esattamente come si faceva
prima dell'entrata in vigore del portfolio.
Resta il fatto che le schede relative alla valutazione sono già state
compilate. E dunque, per effetto di questa nuova pronuncia del Tar, i
docenti interessati dovranno redigere nuovamente i giudizi di
religione, che dovranno essere notificati a parte in occasione delle
valutazioni di fine anno. Insomma, un ulteriore carico di lavoro che
si tradurrà nella trascrizione del stessi giudizi in una scheda
diversa dal portfolio, previa cancellazione dei giudizi
precedentemente trascritti nella scheda del portfolio nel primo
quadrimestre o del primo trimestre. Resta ferma la statuizione del Tar
emanata in occasione della prima pronuncia, in ordine alla questione
della biografia dell'alunno, che non potrà essere introdotta nel
portfolio. Anche perché, trattandosi di dati personali, andrebbero
trattati adeguatamente sulla base di precise norme, che il ministero
non ha ancora emanato.