Blair alla resa dei conti.

Tuttoscuola, 7/3/2006

 

Il prossimo 15 marzo, dopo mesi di dibattito parlamentare e di aspri confronti politici, che hanno diviso il gruppo parlamentare laburista, approda alla Camera dei comuni per l’approvazione definitiva la controversa legge voluta da Tony Blair per rilanciare la qualità degli studi in Gran Bretagna.
Il progetto di legge, di ben 239 pagine, riprende la filosofia del documento di base (
White Paper) diffuso nello scorso ottobre, volto a rafforzare le autonome competenze delle scuole in materia di criteri di ammissione degli allievi, scelta delle materie di insegnamento da sviluppare in modo particolare (anche in difformità dal Curricolo nazionale), reperimento delle risorse finanziarie, reclutamento del personale dirigente e docente. Si rafforza anche il diritto dei docenti (legal right) a mantenere la disciplina in classe, mentre l’OFSTED viene fuso con altri servizi ispettivi.

Non si usa più la criticatissima (dalla sinistra laburista) espressione "trust schools" per indicare questo iperautonomo modello organizzativo e gestionale, che accresce le responsabilità degli attori locali (genitori, docenti, managers, imprese e altri soggetti finanziatori) sottraendole alle autorità educative centrali e territoriali, ma la direzione di marcia è la stessa. Blair è accusato, soprattutto nel suo partito, di aver rilanciato il modello thatcheriano delle "foundation schools", lanciato alla fine degli anni ottanta anche per sottrarre le scuole, o almeno una parte di esse, all’influenza delle LEA (Local Educational Authorities), in prevalenza governate dalla sinistra.

Si prevede che almeno una cinquantina di deputati laburisti voteranno contro la legge, e che essa passerà con il contributo determinante dei conservatori, che nei giorni scorsi hanno annunciato il loro voto favorevole. Una prospettiva che Blair ha cercato di esorcizzare ("voglio che questa sia una legge laburista", ha detto) limando qua e là il suo testo, ma che a questo punto sembra inevitabile. Sarà una riforma in qualche modo bipartisan, all’insegna di un’accresciuta autonomia delle scuole, cui si opporrà però quasi un terzo della maggioranza.