La questione dei benefits degli insegnanti:
uno sguardo all’Europa.
Gianfranco Giovannone da
DocentINclasse, 2/3/2006
Nella sezione
INIZIATIVE docentinclasse.it ha avviato un confronto tra le proposte
dei sindacati più rappresentativi della scuola sulla questione dei
benefits agli insegnanti (ingresso gratuito nei musei, teatri,
concerti, deducibilità delle spese professionali, ecc.). In questo
articolo vogliamo dare un breve sguardo a quanto avviene in Europa,
servendoci della Banca dati Eurydice, la stessa Banca dati cui si
rivolge il MIUR, che a sua volta attinge a Eurostat, Statistiche dei
Conti nazionali),
http://www.eurydice.org/Documents/KeyTopics3/it/Frameset3.htm
Pur avvertendo che non sempre i dati sono del tutto attendibili (ad
esempio vengono erroneamente accreditati all’Italia fantomatici
benefici relativi alle spese di viaggio per raggiungere la propria
scuola) e che nel rapporto non vi è alcun accenno alla deducibilità
delle spese professionali nei vari Paesi europei, il confronto risulta
comunque interessante ai fini della nostra iniziativa.
Per benefits, si intendono “i benefici o compensi in natura
corrispondenti ai beni e ai servizi forniti gratuitamente o a tariffa
agevolata dal datore di lavoro ai dipendenti, che possono utilizzarli
a loro piacimento per soddisfare i propri bisogni o quelli dei membri
del proprio nucleo familiare”.
Presentiamo qui una sintesi dei diversi benefici economici esistenti
nei vari Paesi. I vari tipi di incentivi sono più estesi in un gruppo
di paesi che comprende la Germania, la Spagna, la Francia, la
Finlandia, la Svezia, l’Estonia, la Lettonia, l’Ungheria e la Polonia.
E’ interessante notare quanto siano diffusi nella maggior parte dei
Paesi (tra i quali come già osservato è stata conteggiata erroneamente
anche l’Italia) i benefici relativi alle
spese di viaggio,
che comprendono la copertura delle spese per il tragitto tra la casa e
la scuola dell’insegnante, viaggi “ufficiali” all’interno del Paese o
all’estero per motivi professionali e , in Ungheria e Polonia, anche i
viaggi ferroviari personali.
Altrettanto interessante è osservare come in molti Paesi siano
previsti anche benefici relativi
all’alloggio, che riguardano la
copertura parziale o totale delle spese scaturite dall’insediamento
dell’insegnante nella località in cui si trova la scuola – si pensi a
quanto sarebbero utili tali benefici per gli insegnanti italiani che
hanno la loro sede di servizio nelle isole, nelle impervie zone
montane, o sono comunque costretti al pendolarismo. Tali benefici
comprendono l’indennità di trasferimento per la prima nomina, il
sostegno finanziario totale o parziale per l’alloggio, o un mutuo
ipotecario a condizioni agevolate come avviene ad esempio in Grecia,
Danimarca, Spagna ed Estonia.
E non sono affatto trascurabili neppure gli altri tipi di benefits,
come i benefici relativi al vitto,
che includono i buoni pasti o il servizio mensa gratuito e che sono
diffusi in quasi la metà dei Paesi Europei, e i
benefici relativi all’acquisto di
attrezzature informatiche o all’acquisto di libri o di
materiale di cancelleria per uso personale degli insegnanti.
Se pensiamo che in molte scuole gli insegnanti italiani devono pagarsi
anche le fotocopie da utilizzare per il proprio lavoro quotidiano…
L’assenza di qualsiasi forma di benefits per gli insegnanti italiani
testimonia quale sia la considerazione per l’istruzione e la cultura
nel nostro Paese, quindi l’iniziativa che abbiamo avviato e su cui
intendiamo confrontarci con i sindacati più rappresentativi della
scuola intende colmare una lacuna non solo economica, ma di dignità
professionale, di cultura e di civiltà. E’ amaro constatare che su
questo fronte dobbiamo imparare da Paesi come L’Ungheria, l’Estonia,
la Lettonia o la Grecia che certo non hanno il nostro status politico
ed economico internazionale.
Gianfranco Giovannone